Natura: differenze tra le versioni

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*Quando natura e [[società]] vivranno nell'aula scolastica, quando le forme e gli strumenti didattici saranno subordinati alla sostanza dell'esperienza, allora sarà possibile operare questa identificazione, e la cultura diventerà la parola d'ordine della democrazia. ([[John Dewey]])
*Ricordati che il miglior [[medico]] è la natura: guarisce i due terzi delle [[malattia|malattie]] e non parla [[male]] dei colleghi. ([[Galeno]])
*Se teniamo conto di quanto risulta dalla storia della scienza, allora troviamo molti motivi per accettare, come ragionevole, un punto di vista che si regge su due argomenti. Il primo asserisce che attorno a noi c'è una congerie di cose che esistono per conto loro, indipendentemente da noi. Il secondo invece sostiene che ciò che indichiamo abitualmente con il nome natura è una variabile costruzione umana. E questa variabilità dipende dall'evoluzione delle teorie, la quale coinvolge di continuo l'introduzione o l'eliminazione di oggetti intermedi – orbi celesti, fluidi calorici o magnetici, eteri luminiferi, atomi vorticosi, elettroni – la cui esistenza è, di volta in volta, indispensabile per collegare gli schemi teorici e i risultati sperimentali con i dati di senso comune. ([[Enrico Bellone]])
*Sono costretto a continue trasformazioni, perché tutto cresce e rinverdisce. Insomma, a forza di trasformazioni, io seguo la natura senza poterla afferrare, e poi questo fiume che scende, risale, un giorno verde, poi giallo, oggi pomeriggio asciutto e domani sarà un torrente. ([[Claude Monet]])
*Una grandissima parte di quello che noi chiamiamo naturale, non è; anzi è piuttosto artificiale: come a dire, i campi lavorati, gli [[albero|alberi]] e le altre piante educate e disposte in ordine, i fiumi stretti infra certi termini e indirizzati a certo corso, e cose simili, non hanno quello stato né quella sembianza che avrebbero naturalmente. In modo che la vista di ogni [[paese]] abitato da qualunque generazione di [[uomini]] civili, eziandio non considerando le città, e gli altri luoghi dove gli uomini si riducono a stare insieme; è cosa artificiata, e diversa molto da quella che sarebbe in natura. ([[Giacomo Leopardi]])