Prosper Mérimée: differenze tra le versioni

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''Carmen''
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Avevo sempre sospettato i geografi di non sapere quel che dicono quando situano il campo di battaglia di Munda nel paese dei Bastuli-Poeni, vicino all'odierna Monda, a circa due leghe a nord di [[Marbella]]. In base alle mie personali congetture, ricavate dal testo dell'anonimo autore del ''Bellum Hispaniense'', e ad alcune notizie raccolte nell'eccellente biblioteca del duca d'Ossuna, pensavo che bisognasse cercare ne dintorni di Montilla il luogo memorabile in cui, per l'ultima volta, [[Giulio Cesare|Cesare]] giuocò tutto per tutto contro i campioni della repubblica. Trovandomi in [[Andalusia]] agli inizi del 1830, feci un'escursione abbastanza lunga per chiarire i dubbi che ancora mi restavano. Una relazione che presto pubblicherò non lascerà pù - lo spero - nessuna ombra di dubbio nella mente di tutti gli archeologi in buona fede.
===Citazioni===
*Gli [[Andalusia|andalusi]] aspirano la ''s'' e la confondono nella pronuncia con la ''c'' dolce e la ''z'', che gli spagnoli pronunciano come il ''th'' inglese. Dalla sola parola ''señor'' si può riconoscere un andaluso. (p. 6, citato in nota)
*A [[Cordova]], verso il tramonto c'è un gran numero di sfaccendati sul lungofiume della riva destra del Guadalquivir. Là si respirano le esalazioni di una conceria che perpetua ancora l'antica fama del paese per il trattamento dei pellami, ma in compenso vi si gode uno spettacolo che ha indubitabilmente il suo pregio. (p. 15)
*«Che invenzioni ci sono da voi, signori stranieri! Di che paese è signore? Certamente inglese: no?»<br>«Francese e servo suo. E lei, signorina, o signora, è forse di Cordova?»<br>«No.»<br>«È almeno andalusa. Mi sembra di capirlo dalla sua dolce parlata.»<br>«Se distingue così bene l'accento della gente, dovrebbe ben indovinare chi sono.»<br>«Credo che sia del paese di Gesù, a due passi dal paradiso» (avevo appreso questa metafora, che sta ad indicare l'[[Andalusia]], dal mio amico Francisco Sevilla, notissimo ''picador'').<br>«Bah! il paradiso... le persone di qui dicono che non è fatto per noi.»<br>«Sarebbe allora moresca?... o forse...» (mi fermai non osando dire «ebrea»).<br>«Suvvia, andiamo! lo vede bene che sono una zingara: vuole che le dica la ''baji?'' {{NDR|La buona ventura}}. Ha sentito parlare della Carmencita? Sono io.» (p. 17-18)
*Dubito assai che la signorina Carmen fosse di razza pura; se non altro era infinitamente pù graziosa di tutte le donne del suo popolo che mi sia mai capitato di incontrare. Perché una [[donna]] sia bella - dicono gli spagnoli - bisogna che riunisca in sé trenta ''se'' o, se si vuole, che si possa definire mediante dieci aggettivi adatti ciascuno a tre parti della sua persona. Deve avere ad esempio tre cose nere: gli occhi, le palpebre, le sopracciglia; tre sottili: le dita, le labbra, i capelli ecc. Vedete [[Pierre de Bourdeille|Brantôme]] per il resto. (p. 19)
 
==Bibliografia==
*Prosper Mérimée, ''La Notte di S. Bartolomeo. Storia del Tempo di Carlo IX'', traduzione di C. Candida, Fratelli Treves Editori, Milano 1931