Prosper Mérimée: differenze tra le versioni

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''Carmen''
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*O miei cari fratelli! [[Satana]] è uno schermitore che darebbe del filo da torcere a Grand-Jan, a Jan-petit e all'Inglese, e io vi dico in verità che molto rudi sono i suoi assalti. Fintanto che noi siamo nell'età di peccare ''mortalmente'', messer Satana ci chiama sul Préx-aux-Clercs della vita. Le nostre armi sono i divini sacramenti; ma egli porta tutto un arsenale fatto dei nostri peccati, armi offensive e difensive insieme. Mi par di vederlo entrare in campo chiuso; la ''Golosità'' sul ventre; ecco la sua corazza; la ''[[Pigrizia]]'' gli serve da speroni; nella sua cintura vi è la ''[[Lussuria]]'', che è uno stocco pericoloso, l' ''Invidia'' è la sua spada, sulla testa porta l' ''Orgoglio'' come un gendarme l'elmetto; ha in testa l' ''[[Avarizia]]'' per servirsene al bisogno ed ha in bocca la ''Collera'' con le ingiurie e tutto quel che segue il che vi dimostra che egli è armato fino ai denti. Quando [[Dio]] dà il segnale, Satana non vi dice come i cortesi gentiluomini: ''Signore in guardia!'' ma si precipita sul cristiano a testa bassa. Il cristiano accorgendosi che sta per ricevere un colpo di ''Gola'' nel mezzo dello stomaco, lo para col ''[[Digiuno]]''. A questo punto il predicatore, per essere più eloquente, staccò un crocefisso e prese a maneggiare, dando colpi e facendo parate come un maestro d'armi col suo fioretto per mostrare un colpo difficile. – Satana ritirandosi, tira un gran fendente di ''Collera'', poi producendo una ferita con l' ''[[Ipocrisia]]'' vi lascia andare un colpo di ''Orgoglio''. Il cristiano prima si copre con la ''[[Pazienza]]'', poi risponde all' ''[[Orgoglio]]'' con un colpo di ''[[Umiltà]]''. Satana irritato, gli dà un 'a fondo' di ''Lussuria'', ma vedendolo parato dalla ''Mortificazione'', si getta a corpo morto sul suo avversario, dandogli una frustata di ''Pigrizia'' e un colpo di spada di ''[[Invidia]]'', mentre tenta di fargli entrare l' ''Avarizia'' nel cuore. È qui che bisogna avere buon occhio e buoni piedi. Col ''Lavoro'' ci si libera della frustata della ''Pigrizia''; del colpo di spada con l' ''[[Amore]] del prossimo'' (parata molto difficile, fratelli); e quanto alla botta dell' ''Avarizia'' non vi è che la ''[[Carità]] che possa farla deviare''.
 
==''Carmen''==
{{NDR|Prosper Mérimée, ''La Notte di S. Bartolomeo. Storia del Tempo di Carlo IX'', traduzione di C. Candida, Fratelli Treves Editori, Milano 1931}}
===[[Incipit]]===
Avevo sempre sospettato i geografi di non sapere quel che dicono quando situano il campo di battaglia di Munda nel paese dei Bastuli-Poeni, vicino all'odierna Monda, a circa due leghe a nord di [[Marbella]]. In base alle mie personali congetture, ricavate dal testo dell'anonimo autore del ''Bellum Hispaniense'', e ad alcune notizie raccolte nell'eccellente biblioteca del duca d'Ossuna, pensavo che bisognasse cercare ne dintorni di Montilla il luogo memorabile in cui, per l'ultima volta, [[Giulio Cesare|Cesare]] giuocò tutto per tutto contro i campioni della repubblica. Trovandomi in [[Andalusia]] agli inizi del 1830, feci un'escursione abbastanza lunga per chiarire i dubbi che ancora mi restavano. Una relazione che presto pubblicherò non lascerà pù - lo spero - nessuna ombra di dubbio nella mente di tutti gli archeologi in buona fede.
===Citazioni===
*A [[Cordova]], verso il tramonto c'è un gran numero di sfaccendati sul lungofiume della riva destra del Guadalquivir. Là si respirano le esalazioni di una conceria che perpetua ancora l'antica fama del paese per il trattamento dei pellami, ma in compenso vi si gode uno spettacolo che ha indubitabilmente il suo pregio. (p. 15)
*«Che invenzioni ci sono da voi, signori stranieri! Di che paese è signore? Certamente inglese: no?»<br>«Francese e servo suo. E lei, signorina, o signora, è forse di Cordova?»<br>«No.»<br>«È almeno andalusa. Mi sembra di capirlo dalla sua dolce parlata.»<br>«Se distingue così bene l'accento della gente, dovrebbe ben indovinare chi sono.»<br>«Credo che sia del paese di Gesù, a due passi dal paradiso» (avevo appreso questa metafora, che sta ad indicare l'[[Andalusia]], dal mio amico Francisco Sevilla, notissimo ''picador'').<br>«Bah! il paradiso... le persone di qui dicono che non è fatto per noi.»<br>«Sarebbe allora moresca?... o forse...» (mi fermai non osando dire «ebrea»).<br>«Suvvia, andiamo! lo vede bene che sono una zingara: vuole che le dica la ''baji?'' {{NDR|La buona ventura}}. Ha sentito parlare della Carmencita? Sono io.» (p. 17-18)
*Dubito assai che la signorina Carmen fosse di razza pura; se non altro era infinitamente pù graziosa di tutte le donne del suo popolo che mi sia mai capitato di incontrare. Perché una [[donna]] sia bella - dicono gli spagnoli - bisogna che riunisca in sé trenta ''se'' o, se si vuole, che si possa definire mediante dieci aggettivi adatti ciascuno a tre parti della sua persona. Deve avere ad esempio tre cose nere: gli occhi, le palpebre, le sopracciglia; tre sottili: le dita, le labbra, i capelli ecc. Vedete [[Pierre de Bourdeille|Brantôme]] per il resto. (p. 19)
 
==Bibliografia==
{{NDR|*Prosper Mérimée, ''La Notte di S. Bartolomeo. Storia del Tempo di Carlo IX'', traduzione di C. Candida, Fratelli Treves Editori, Milano 1931}}
*Prosper Mérimée, ''Carmen'' (''Carmen''), a cura e traduzione di [[Franco Montesanti]], Garzanti Editore, 1984
 
 
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