Ingmar Bergman: differenze tra le versioni

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*Il regista svedese Ingmar Bergman, che è ormai vicino alla sessantina, non si preoccupa della sua età. «È come scalare una montagna» dice. «Ti arrampichi da una cengia all'altra: più sali, più ti senti stanco e senza fiato, ma la visuale si fa sempre più ampia.» (citato da C. M. in ''Selezione dal Reader's Digest'', febbraio 1976)
 
*Il volto umano: nessuno lo ritrae così da vicino come Bergman. ([[François Truffaut]])
 
*Ingmar Bergman è stato l'icona del cinema impegnato, di quel genere legato all'introspezione psicologica che esplora la natura dell'uomo, i suoi limiti, le sue follie altalenanti tra amore e indifferenza. Mitici i dialoghi che in tutti i suoi film hanno reso gli interpreti protagonisti insieme a noi spettatori di un viaggio a volte incomprensibile a volte liberatorio. Un autore geniale e difficile, un intellettuale ad oltranza, una personalità insostituibile che lascia un vuoto profondissimo. Resterà vivo nella memoria collettiva, poiché ha cambiato la storia del cinema mondiale. ([[Francesco Rutelli]])
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*Più che premiare l'ennesimo film di guerra, pur nobilmente impegnato, come è successo a Berlino e a Cannes, preferirei attribuire il Leone a un film capace di indagare sui misteri dell'esistenza e dell'uomo. Partendo dal privato si può capire meglio il perché di tante cose che non funzionano. [[François Truffaut|Truffaut]] e Bergman ce l'hanno insegnato. ([[Michele Placido]])
 
*Se il Signore avesse voluto essere più generoso nei miei confronti mi avrebbe fatto incontrare Ingmar Bergman. E forse quei film {{NDR|erotici}} io non li avrei mai fatti. Ma io non mi posso lamentare. Se dovessi tornare indietro quei film io li rifarei. ([[Edwige Fenech]])
 
*Suspense continua dei volti degli occhi dei sentimenti, di una grammatica sentimentale di gesti e sguardi che sfugge al controllo manipolatorio del regista stesso. Ecco, il fascino estremo bergmaniano è la scoperta che col cinema i conti non tornano mai. ([[Enrico Ghezzi]])