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*Nello stesso spietato modo si era comportato nel febbraio dell'anno prima quando [[Sophie Scholl]] e suo fratello, due studenti, anch'essi cattolici, influenzati dall'idealismo religioso e morale del loro professore, [[Kurt Huber]], avevano distribuito manifestini nei quali si leggeva «il nome della Germania sarà macchiato per sempre se la gioventù tedesca non insorgerà finalmente ad annientare i suoi oppressori e a far rivivere lo spirito dell'Europa.»
*La classe operaia che in tutta l'Europa occupata costituiva la colonna portante della resistenza, in Germania manteneva un atteggiamento di acquiescenza col potere nazista, una collaborazione che si stenta a definire ''passiva'', se non volendo far ricorso ad un eufemismo assolutorio.
*Il fascismo tedesco fu, come sostenne con coraggiosa lucidità [[Clara Zetkin]] all'esecutivo dell'Internazionale comunista a Mosca, « il bacino di raccolta delle masse deluse dal socialismo» e la congrega degli «elementi più abili, più forti. più decisi, più audaci di tutte le classi».
*Per [[Joachim Fest]] il nazismo «liberò i tedeschi dalla politica», una pratica che era loro fastidiosamente estranea e convogliò la forza vitale e l'entusiasmo del Paese dentro l'affratellante, disimpegnativa formula della «comunità nazionalpopolare».
*{{NDR|Nazismo}} Esso si rivelò, almeno apparentemente e per quasi tutto il corso degli Anni Trenta, ideologicamente più forte e dinamico del marxismo («''Adolf Hitler frisst Karl Marx!''», «Adolfo Hitler si mangia Carlo Marx!» era la suggestiva parola d'ordine di [[Joseph Goebbels|Goebbels]]), riportò in auge il «Reich interiore» di ogni tedesco, figlio della cultura idealistica e romantica del secolo precedente, fiorita in contraddizione di un così imperfetto sviluppo politico.
*Trent'anni prima dell'avvento al potere di Hitler, lo scrittore [[Heinrich Mann]], uno dei padri del romanzo realista tedesco, tratteggiò il colorito personaggio di Diedrich Hessling, interprete del suo «Il suddito», dato alle stampe nel 1914. Questo signor Hessling, dottore in chimica, è l'archetipo di quello che sarà, di lì a pochi decenni, il tedesco sotto il nazismo.
*«Hitler», scrive [[Golo Mann]] nella sua ''Storia della Germania moderna'', «aveva creduto temporaneamente a confuse teorie economiche rivoluzionarie, ma le aveva rapidamente abbandonate quando notò che queste teorie gli nuocevano presso i ricchi industriali. In fondo , l'economia non interessava l'opportunista. Essa era una cosa secondaria e vi dovevano provvedere gli specialisti, gente che non sapeva fare altro. L'essenziale era la politica da cui dipendeva tutto il resto. L'essenziale era il potere».<br />Il [[nazismo]] riuscì a tirar fuori dalla sua rozzezza culturale tutta la furberia necessaria per fornire alla coscienza degli intellettuali gli alibi di cui potevano necessitare. Erano circostanze appartenenti alla storia della cultura tedesca e, quando non vi appartenevano, ve le si poteva ricondurre con qualche manipolazione.
*La teoria del superuomo di [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] fu saccheggiata dai nazisti e presentata come pensiero precorritore delle teoriche hitleriane mentre veniva da un filosofo il quale aveva potuto scrivere che quasi tutti i processi di trasformazione violenta si rivelavano «una patetica e sanguinosa baracconata».