Angelo Scola: differenze tra le versioni

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'''Angelo Scola''' (1941 – vivente), presbitero, teologo e cardinale italiano, Patriarca di Venezia.
 
==''Citazioni di Angelo Scola''==
*La santità è il piacere che dura. (citato durante una catechesi per la GMG, Roma Agosto 2000)
 
*Illimpidisci il nostro cuore, o Vergine Nicopeia, con la vittoria che è la fede, la fede del tuo popolo santo. Grazie! (Al termine della messa d'inizio del ministero pastorale a Venezia, 3 marzo 2002)
 
*Lo Stato deve rinunciare in linea di massima a farsi attore propositivo diretto di progetti scolastici ed universitari per lasciare questo compito alla società civile. (Alla messa per il Redentore, Venezia 2006)
*Non ciò che chiediamo ci è dato, ma tutto ciò che è dato ci corrisponde. {{da controllare|citazione necessaria|Se sai qual è la fonte di questa citazione, inseriscila, grazie.}}
 
{{intestazione|''La vera laicità non teme la libertà religiosa '', ''L'Osservatore Romano'', 22 gennaio 2009}}
*Non ciò che chiediamo ci è dato, ma tutto ciò che è dato ci corrisponde. {{da controllare|citazione necessaria|Se sai qual è la fonte di questa citazione, inseriscila, grazie.}}
*Alle due sfere pubblico-privato vanno sostituite le due dimensioni di individuo-comunità o persona-società.
*Contrariamente alle profezie diffuse fino agli anni Ottanta - che pronosticavano la fine del sacro e la nascita di un mondo puramente mondano - le concezioni etiche e religiose, che poggiano su principi ritenuti irrinunciabili, sono più che mai presenti e attive sulla scena pubblica.
*Il testimone - come ben ci indicano i martiri oggi ancora assai numerosi - non lede il diritto di nessuno.
*La possibilità, offerta dal cristianesimo, ma suggerita anche da altre religioni, di valorizzare la polarità costitutiva individuo-società e persona-comunità non può non avere delle ripercussioni positive sulla sfera pubblica e sul rapporto tra Stato e religioni.
*La risposta al fenomeno {{NDR|del meticciato culturale}} non si trova nel multiculturalismo che ha la pretesa di mettere nazionalità, culture e religioni le une affianco alle altre come tante identità isolate e giustapposte.
*Le religioni non devono esprimersi nella società civile in forza di privilegi concessi dallo Stato, ma debbono operare soprattutto attraverso i corpi intermedi - la famiglia, la scuola, il quartiere, le associazioni - che sono i luoghi naturalmente deputati ad ospitare il loro apporto alla società plurale.
*Una libertà religiosa rettamente intesa scardina inevitabilmente il drastico quanto irrealistico dualismo pubblico-privato tramandatoci dalla tradizione illuministico-liberale.
 
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