Stephenie Meyer: differenze tra le versioni

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distribuisco omogeneità, devo finire
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==''Twilight''==
*{{NDR|Parlando di un compagno innamorato di Isabella}} "«Per questa settimana è meglio che io e te non esageriamo, con il povero Mike. Non è il caso di fargli saltare i nervi"». I suoi occhi danzavano: l'idea lo divertiva più di quanto fosse lecito. <br/>"«Povero Mike"», mormorai, preoccupata dal tono in cui aveva detto "io e te". Mi piaceva più di quanto fosse lecito.
 
*{{NDR|Parlando di un compagno innamorato di Isabella}} "Per questa settimana è meglio che io e te non esageriamo, con il povero Mike. Non è il caso di fargli saltare i nervi". I suoi occhi danzavano: l'idea lo divertiva più di quanto fosse lecito. <br/>"Povero Mike", mormorai, preoccupata dal tono in cui aveva detto "io e te". Mi piaceva più di quanto fosse lecito.
*Di tre cose ero del tutto certa. Primo, Edward era un vampiro. Secondo, una parte di lui – chissà quale e quanto importante – aveva sete del mio sangue. Terzo, ero totalmente, incondizionatamente innamorata di lui.
*{{NDR|Dialogo tra Edward ed Isabella}} "«Così il leone si innamorò dell'agnello..."» mormorò. Guardai altrove nascondendogli i miei occhi, elettrizzata da quelle parole. <br /> "«Che agnello stupido..."» sospirai.<br /> "«Che leone pazzo e masochista..."»
*{{NDR|Dialogo tra Edward e Isabella, parlando di ciò che lei ha detto nel sonno}} "«Hai detto che mi amavi"» <br /> "«Lo sapevi già"» dissi, chinando la testa <br /> "«Però è stato bello sentirlo"» Affondai la faccia nella sua spalla <br /> "«Ti amo"», sussurrai <br /> "«Tu sei la mia vita adesso"
*{{NDR|parlando a Isabella}} '''Edward''': Se fossi capace di sognare, sognerei te. E non me ne vergogno.
* {{NDR|Edward a Isabella}} «Isabella». Pronunciò il mio nome completo con attenzione; poi, con la mano libera, giocò con i miei capelli, scompigliandoli. Quel contatto così casuale mi scatenò una tempesta dentro. «Bella, arriverei a odiare me stesso, se dovessi farti del male. Non hai idea di che tormento sia stato», abbassò gli occhi, intimorito, «il pensiero di te immobile, bianca, fredda... di non vederti più avvampare di rossore, di non poter più cogliere la scintilla nel tuo sguardo quando capisci che ti sto prendendo in giro... non sarei in grado di sopportarlo». Mi fissò con i suoi occhi meravigliosi e angosciati. «Ora sei la cosa più importante per me. La cosa più importante di tutta la mia vita».