Giuseppe Mazzini: differenze tra le versioni

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*Pensiero e Azione. (da ''Pensiero e Azione'', n. 1, Londra 1° settembre 1858)
*Finché, domestica o straniera, voi avete tirannide, come potete aver [[patria]]? La patria è la casa dell'uomo, non dello schiavo. (da ''Ai giovani d'Italia'')
* [...] ilIl mare la ricinge quasi d'abbraccio amoroso ovunque l'Alpi non la ricingono: quel mare che i padri dei padri chiamarono Mare Nostro. E come gemme cadute dal suo diadema stanno disseminate intorno ad essa in quel mare Corsica, Sardegna, Sicilia, ed altre minori isole dove natura di suolo e ossatura di monti e lingua e palpito d'anime parlan d'[[Italia]]. (da ''La Patria'')
*Il mondo non è uno Spettacolo, è una arena di battaglia. (da ''Scritti editi ed inediti'', P. Galeati, 1941, vol. 93)
*I popoli imparano più da una sconfitta, che non i re dal trionfo. (da ''Lettera a Carlo Alberto'')
*Ah! come poco indovinano gli uomini le condizioni dell'anima altrui, se non la illuminano — ed è raro — coi getti d'un amore profondo! (da ''Note autobiografiche'')
*L'epoca passata, epoca che è finita con la rivoluzione francese, era destinata ad emancipare l'uomo, l'individuo, conquistandogli i doni della libertà, della eguaglianza, della fraternità. L'epoca nuova è destinata a costituire l'umanità;... è destinata ad organizzare un'Europa di popoli, indipendenti quanto la loro missione interna, associati tra loro a un comune intento. (citato in [[Paolo Brezzi]], Realtà e mito dell'Europo'', Studium, 1954)
*L'equilibrio conducente alla pace, la cosidettacosì detta bilancia dei poteri, è menzogna inefficace, se non è bilancia, equilibrio edi bilanciagiustizia: di- giustizia.che Aa fondarlafondarlo è necessaria una revisione di quelle ingiuste, ineguali e, tiranniche convenzioni, alle quali i popoli non intervennero, né diedero conferma mai. (citatoda in''Scritti [[Paolo Brezzi]], Realtàediti e mito dellinediti'Europo'', Studium, 1954)
*La [[patria]] è la fede nella patria. Dio che creandola sorrise sovr'essa, le assegnò per confine le due più sublimi cose ch'ei ponesse in Europa, simboli dell'eterna forza e dell'eterno moto, l'Alpi e il mare. Dalla cerchia immensa dell'Alpi, simile alla colonna di vertebre che costituisce l'unità della forma umana, scende una catena mirabile di continue giogaie che si stende sin dove il mare la bagna e più oltre nella divelta Sicilia. E il mare la ricinge quasi d'abbraccio amoroso ovunque l'Alpi non la ricingono: quel mare che i padri dei padri chiamarono Mare Nostro. E come gemme cadute dal suo diadema stanno disseminate intorno ad essa in quel mare Corsica, Sardegna, Sicilia, ed altre minori isole dove natura di suolo e ossatura di monti e lingua e palpito d'anime parlan d'Italia. (da ''La Patria'', ne ''I Pensieri'', 1859)
*La Vita è Missione; e quindi il Dovere è la sua legge suprema. (da ''Note autobiografiche'')