Paolo Giordano: differenze tra le versioni

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*Anche questa volta non sarebbe arrivato nessuno.Ma lei non stava più aspettando.
*Tutto l'affetto dei genitori si risolve in piccole premure,nelle stesse preoccupazioni che i suoi elencavano al telefono ogni mercoledì: il mangiare,il caldo e il freddo,la stanchezza,a volte i soldi.Tutto il resto giaceva come sommerso a profondità irranggiungibili,in una massa cementificata di discorsi mai affrontati,di scuse da fare e da ricevere e di ricordi da correggere,che sarebbero rimasti tali.
*Perché lei e Mattia erano uniti da un filo elastico e invisibile,sepolto sotto un mucchio di cose di poca importanza,un filo che poteva esistere soltanto fra due come loro: due che avevano riconosciuto la propria solitudine l'uno nell'altra.
*Si sentiva come se non avesse un passato,come se si fosse trovata in quel luogo senza sapere da dove veniva. Era stanca,di quella stanchezza che sa dare solo il vuoto.
 
*Ci si può ammalare anche solo di un ricordo.
*Vagava per l'appartamento silenzioso come il fantasma di se stessa,inseguendo senza fretta la propria lucidità. Sto impazzendo,pensava alle volte. Ma non le dispiaceva. Anzi,le veniva da sorridere,perchè finalmente stava scegliendo lei.
*Si chiese perché non fosse capace di lasciare tutto in disordine,di dare spazio alla rabbia che gli inondava il cervello,di bestemmiare e spaccare oggetti. Perchè preferiva che ogni cosa sembrasse al suo posto anche quando non lo era.
*Alla fine succede,in qualche modo che prima non sapevi.
*Nell'ultimo anno,da quando aveva rotto con Martin,aveva cominciato a percepire l'estraneità di quel posto,a soffrire del gelo che seccava la pelle e che non mollava mai veramente,neanche d'estate. Eppure non sapeva decidersi a lasciarlo. Ormai dipendeva da quel luogo,ci si era attaccata con l'ostinazione con cui ci si attacca soltanto alle cose che fanno male.
*Doveva,perché lei non lo amava,ma l'amore di lui era sufficiente per entrambi,per mantenerli al riparo.
*Sentirsi speciali è la peggiore delle gabbie che uno possa costruirsi.
*Perchè aveva paura di ammetterlo,ma quando era con lei valeva la pena di fare tutte le cose normali che le persone normali fanno.
*Si domandò [..] quale fosse il confine esatto tra essere e non essere qualcuno.
*Poi,con il tempo,la ferita dell'adolescenza si era rimarginata. I lembi di pelle si erano avvicinati,con movimenti impercettibili ma continui. A ogni nuova abrasione la crosta cedeva,ma poi ostinatamente tornava a formarsi,più scura e spessa. Infine un nuovo strato di pelle,liscio ed elastico,era andato a sostituire quello mancante. Da rossa,la cicatrice era diventata bianca e aveva finito per confondersi con tutte le altre.
*Gli altri invitati erano sparpagliati a gruppetti nel soggiorno. La maggior parte dei maschi faceva ondeggiare la testa avanti e indietro a tempo,mentre le ragazze vagavano con lo sguardo per la stanza.Alcuni di loro tenevano in mano un bicchiere. In sei o sette ballavano sulle note di "A question of time". Mattia si domandò come facessero a sentirsi a loro agio,ad agitarsi in quel modo sotto gli occhi di tutti. Poi pensò che era la cosa più naturale del mondo e che proprio per questo lui non ne era capace.
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{{NDR|Paolo Giordano, ''La solitudine dei numeri primi'', Mondadori, 2008.}}