Joseph O'Connor: differenze tra le versioni

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==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Cowboys & Indians''===
Eddie Virago stava tremando. Molto.
Si spinse con forza contro lo schienale del sedile e vuotò con un sorso il suo bicchiere di plastica di gin Sealink, notando che quando beveva levava in aria il mignolo tremante, come una duchessa rimbambita o qualcosa del genere. Come Lady Bracknell o un'altra vecchiaccia demente di quelle. Buone maniere. Il padre aveva ragione. L'istruzione non sarebbe mai riuscita a cancellarle.
 
{{NDR|Joseph O'Connor – ''Cowboys & Indians'' – Einaudi, traduzione di Massimo Birattari}}
 
===''Dolce libertà''===
Quasi ogni anno, quando ero bambino, andavo in vacanza con i miei nel Connemara, una regione dell'Irlanda occidentale di una brulla bellezza che ti rimane dentro. Ogni luglio o agosto mio padre e mia madre imballavano il sottoscritto, le mie sorelle urlanti e il mio fratello frignante, oltre a diversi animaletti di casa frastornati, sul sedile posteriore della macchina; e dalla periferia di Dublino partivamo per quattro lunghe ore di viaggio nel cuore dell'Irlanda incontaminata, fermandoci per strada solo lo stretto necessario per consentire a una o l'altra delle mie sorelle – a volte a tutt'e due – di vomitare in modo spettacolare sul ciglio della strada. L'evento sembrava verificarsi sempre e solo nel piccolo borgo di Kinnegad, contea di Westmeath; una circostanza dalla quale non sono mai riuscito a riprendermi del tutto.