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* Situata nel punto più interno dell'Adriatico, a metà strada fra Oriente e Occidente, sull'unico grande itinerario marittimo del commercio medievale; porto mediterraneo, eppure così a nord da trovarsi quasi nel cuore dell'Europa; [[Venezia]] era il punto su cui convergevano tutte le vie di traffico terrestri e marittime che potessero essere percorse da bestie da soma o solcate da navi. [...] Ma se la geografia aveva dato a Venezia una posizione senza pari, i Veneziani fecero il resto. Per tutti i primi anni della loro storia sfidarono Costantinopoli a oriente, e il Papa e il Sacro Romano Imperatore a occidente: a volte rivolgendosi a uno, a volte all'altro, ma sempre ostinatamente attaccati alla loro indipendenza... [...] Capaci, se minacciati, di ritirarsi nelle loro isole [...] Consapevoli sempre che, per essi, l'avvenire si trovava sul mare e in quelle terre orientali il cui calore si era insinuato nella loro civiltà e aveva scaldato il loro sangue. Erano occidentali e orientali insieme, questi veneziani: cuori caldi nell'amare e nel conquistare, teste fredde nel progettare e nel governare. (pag. 38-39)
 
* Per molto tempo gli storici hanno scioccamente creduto che [[re]], [[Guerra|guerre]], assemblee parlamentari e sistemi giuridici fossero i soli oggetti della loro ricerca; si dedicavano alle cronache e agli atti dei parlamenti, ma non li sfiorava nemmeno l'idea che si potessero cercare nei polverosi archivi vescovili i grossi libri nei quali i vescovi medievali registravano le lettere che scrivevano e tutti i complicati affari relativi al governo della loro diocesi. Ma quando gli storici si decisero a compiere queste ricerche, trovarono una miniera di informazioni preziose su quasi tutti gli aspetti della vita sociale e religiosa. Dovettero lavorare di scavo, naturalmente, perché quasi tutto ciò che vale la pena di conoscere è come il metallo prezioso che dev'essere strappato alla roccia; e per un solo filone lucente il minatore deve spesso scavare per giorni interi sottoterra in una massa di materia opaca; e quando l'ha raggiunto deve scavare dentro di sé, per riuscire a capirne il significato. (pag. 83)
 
* Chi visiti la Camera dei Lord e si trovi a contemplare pieno di rispetto quell'augusta assemblea, non può non restare colpito da un oggetto voluminoso e profano che sta di fronte al trono: un oggetto informe, sul quale noterà che, durante le sedute plenarie del Parlamento, sta seduto il lord cancelliere d'Inghilterra. L'oggetto è un cuscino di lana, e in quella lana c'è tanta storia quanta ce n'è nella carica stessa di lord cancelliere. Esso ricorda infatti a una generazione di cotonieri e di metallurgici su che cosa si è fondata la grandezza dell'[[Inghilterra]]: non sulla delicata pianta che arriva dai più lontani paesi d'oriente e d'occidente per alimentare la sua industria manifatturiera, e non sul duro metallo scavato nelle sue viscere, ma sulla sua lana che, una generazione dopo l'altra, è cresciuta sul dorso delle sue pecore dal muso nero. (pag. 141)