Gina Lagorio: differenze tra le versioni

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*La verità può non essere una regola di vita, è anzi una grazia rara, da guardasi persino con sospetto. (da ''La spiaggia del lupo'')
*Ricordati che ogni cosa si può dire con la parola giusta: tra quattro aggettivi, non lasciarne tre, e nemmeno due: uno solo, ma che sia insostituibile. (da ''Incontro con Gina Lagorio'', citato in: Gina Lagorio ''Qualcosa nell'aria'', Aldo Garzanti Editore, 1975, prefazione di Silvio Riolfo Marengo, p. 18.)
*Se due amici si incontrano, non importa che anni ed eventi li abbiano tenuti lontani: nel paese si riconoscono, come i loro pensieri riconoscono il paese. (inda ''Fuori scena'', prologo, p. 12)
 
{{Intestazione|''ItaliaLibri'', Milano, 5 aprile 2000}}
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*Mia madre voleva che facessi la sarta. Mio padre mi diceva: cosa li compri a fare tutti questi libri? La biblioteca è questa! – e mi faceva vedere la sua raccolta di Baroli d'annata.
 
===[[Incipit]]= di alcune opere==
==''Qualcosa nell'aria''==
===[[Incipit]]''Qualcosa nell'aria''===
Il treno correva ancora, ma più lentamente, effettuando gli scambi, poi s'infilò sotto la tettoia di ferro e il rimbombo risvegliò il [[soldato]] che si era addormentato in un angolo, nello scompartimento surriscaldato.<br>Intorno a lui tre viaggiatori raccoglievano le proprie cose per prepararsi a scendere. Il soldato li guardò, ancora intontito, chiese, a tutti e a nessuno in particolare: «Dove siamo?»<br>«Mondovì.» gli risposero in due, senza guardarlo; un soldato è un soldato, come tanti altri.<br>«Tra due ore e mezzo sono a [[casa]],» fu il [[pensiero]] ch'egli dette in risposta all'informazione. Guardò l'ora e si accorse di aver [[fame]]. Si alzò, s'affacciò al finestrino e cercò con gli [[Occhio|occhi]], nel trambusto, un ferroviere.
 
===''Fuori scena''===
{{NDR|Gina Lagorio ''Qualcosa nell'aria'', Aldo Garzanti Editore, 1975.}}
 
==''Fuori scena''==
===[[Incipit]]===
Alla svolta del bastione scorse con stupore e subito dopo con disappunto una macchia chiara sulla panchina. Nell'ora che precede il buio e nemmeno i grilli rompono il silenzio, non capitava mai che ci fosse qualcuno. D'inverno in paese non arrivano forestieri, la gente è sempre la stessa e ha abitudini regolate da ritmi lenti e rispettati: forse, pensò, gli riconoscevano tacitamente il diritto indiviso di quella panchina un'ora al giorno: la gente sapeva che quando il cielo bianco diventa turchino e poi nero, il conte era là a guardare le colline di fronte e la piana in basso, con il quadrato bianco del cimitero fra i pioppi.
===Citazioni===
*Se due amici si incontrano, non importa che anni ed eventi li abbiano tenuti lontani: nel paese si riconoscono, come i loro pensieri riconoscono il paese. (in prologo, p. 12)
 
{{NDR|Gina Lagorio, ''Fuori scena'', Euroclub, 1981.}}
 
==Citazioni su Gina Lagorio==
*[...] ha questo che la distingue: una femminilità appassionata, ma virilmente lucida e coraggiosa, che va diritto alle cose, le ama con l'amore giusto di chi ne ha capito la sostanza e svela nel ricordo una dimensione quasi religiosa. ([[Claudio Marabini]])
*Gina Lagorio sa che ogni [[Storia]], pubblica o privata, si confonde con i [[Sentimento|sentimenti]] che la muovono. Le sue pagine, proprio perché sono ricche di calore umano e mai prigioniere dei limiti della storia, hanno echi, lampi di memoria, intuizioni psicologiche, verità politiche e sociali, che scattano di colpo e superano il fatto in sé. ([[Silvio Riolfo Marengo]])
 
==Bibliografia==
{{NDR|*Gina Lagorio, ''Qualcosa nell'aria'', Aldo Garzanti Editore, 1975.}}
{{NDR|*Gina Lagorio, ''Fuori scena'', Euroclub, 1981.}}
 
== Altri progetti==