Joseph L. Mankiewicz: differenze tra le versioni
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==''Joseph L. Mankiewicz''==
*Sono un tipo molto, molto introverso. Non penso di aver mai detto la verità o di essermi fidato di qualcuno alla maniera delle persone estroverse. [...] Nei miei [[film]] c'è sempre un personaggio identico a me.
*[[Michelangelo Antonioni|Antonioni]] e l'[[Arte]]? Allora che termini dovremmo usare per [[Eschilo]], [[Aristofane]] e gli altri? Film come Arte? Penso che sia presto per dirlo, per parecchie generazioni. Naturalmente il film è una forma d'arte, ma con la a minuscola. Come gli affreschi sui pavimenti, che sono in circolazione da molto più tempo. Non sono preparato a citare due, venti, o un solo film da far vedere agli studenti delle scuole tra duecento anni. Forse staranno ancora assorbendo il miracolo di [[William Shakespeare|Shakespeare]].
*Ho sempre saputo di appartenere più al [[teatro]] che al cinema. È come se il teatro fosse la sola donna con cui voglio andare a letto, e mi ha sempre respinto. [[Elia Kazan|Kazan]] se n'è accorto subito. [...] Adoro il teatro, adorerei scrivere per il teatro. Ho degli appunti per una mezza dozzina di commedie, ma tutte le volte scatta uno strano blocco. Suppongo di aver paura di essere rifiutato. I film che non ho diretto non mi mancano come le commedie e i libri che non ho scritto. In questo senso, penso di essere stato una puttana.
*{{NDR|riguardo il fratello [[Herman J. Mankiewicz]]}} Da ragazzo lo adoravo, come solo uno di otto anni può adorare uno di venti. Ma non l'ho conosciuto davvero se non quando l'ho raggiunto ad [[Hollywood]]. Non siamo cresciuti come fratelli: per me era una figura paterna. Facevamo vite diverse e avevamo interessi diversi. Giocavamo entrambi, questo avevamo in comune. Lui beveva, e io non bevevo. Per un uomo del suo grande talento era difficile accettare che io, nei termini di Hollywood, avessi successo e lui no. [...] Come oratore, non ne conosco di migliori. Come molti grandi parlatori, non era in grado di scrivere altrettanto bene. I suoi problemi personali, più di ogni altra cosa, hanno distrutto la sua carriera. Aveva un carattere molto vivace e litigava spesso con i produttori e con i capi dello studio. Inevitabilmente finiva per dire a tutti quelli con cui lavorava, fossero [[Harry Cohn]] o [[Jack L. Warner|Jack Warner]], di «farsi fottere!».
*Il dialogo realistico non esiste! Se ci si limita a registrare una conversazione qualunque e poi la si ripete sulla scena, è impossibile stare ad ascoltare. Sarebbe ridondante... Il buono scrittore di dialoghi è quello che vi dà l'impressione di un vero discorso. [...] Io posso scrivere l'indistinto, ma persino la mancanza di chiarezza deve essere costruita molto attentamente
*Non credo nell'uguaglianza delle persone. Nasciamo uguali, ma l'uguaglianza cessa dopo cinque minuti: dipende dalla ruvidezza del panno in cui siamo avvolti, dal colore della stanza in cui ci mettono, dalla qualità del latte che beviamo e dalla gentilezza della donna che ci prende in braccio.
*In tutti noi [...] c'è una rabbia inespressa che, se non è sublimata dal lavoro o dall'amore, troverà una moltitudine di sfoghi. Ciò che mi interessa è l'incontrollabile, le emozioni che improvvisamente prendono possesso di un uomo ignaro di averle.
*[[Francis Scott Fitzgerald|Scott Fitzgerald]] era uno dei miei idoli. Lo assunsi io per il film {{NDR|''[[Tre camerati]]''}} e dovetti lottare per farlo; tutti allo studio dicevano che era finito,
*La forma elementare della comunicazione è il linguaggio. Non ho alcuna indulgenza per chi disprezza la lingua parlata. Ho pile di libri di psicanalisi e li ho studiati: le emozioni, i meccanismi mentali, le motivazioni della condotta umana mi hanno sempre appassionato... L'abuso scioccante dell'assenza di dialogo nei film di oggi, i grugniti gutturali che la maggior parte dei giovani emette nei film alla moda, mi spaventa e mi inquieta. Parlano molto di comunicare con gli altri, ma non si preoccupano per nulla di imparare la forma più elementare di comunicazione che è il linguaggio. Ci sono altri modi di comunicare oltre che passarsi una sigaretta di marijuana o scopare, e d'altronde mi auguro che si dedichino a questa seconda attività piuttosto che alla prima!
*[[Ernst Lubitsch|Lubitsch]] è stato il mio maestro; poteva dire tante cose senza parole, altro che le parolacce di oggi. Poteva mettere [[Jeanette MacDonald]] in una gonna castigata, farle allungare la mano sul pomo di una porta, dare un'occhiata intorno e poi entrare: e la macchina da presa sarebbe rimasta sul pomo della porta. E poteva creare sesso più autenticamente divertente da quell'istante di indecisione e suggerire di più soffermandosi dietro quella porta che quaranta metri quadri di genitali intrecciati.
*[[Josef von Sternberg|von Sternberg]] guardava a se stesso come a una leggenda del suo tempo. [...] Mi accolse gentilmente e io francamente gli dissi
*Dopo l'anteprima andai da [[Fritz Lang]], che stava seduto al Beverly Hills Brown Derby con [[Marlene Dietrich]]. Non lo dimenticherò mai. Arrivai, gli tesi la mano e dissi: «Bene, Fritz, mandiamo in giro un bel film {{NDR|''[[Furia (film 1936)|Furia]]''}} alla fine». Rifiutò la mano dicendo: «Hai rovinato il mio film». Distolsi lo sguardo e pensai: «Fottiti».
*Il regista più chiacchierone del mondo è [[Ingmar Bergman]]. I suoi personaggi non smettono mai di parlare, e sono affascinanti. Li amo.
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