Raoul de Navery: differenze tra le versioni

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'''Raoul de Navery''' pseudonimo di '''Eugénie-Caroline Saffray''' (1831– 1885), scrittorescrittrice francese.
 
==''Giovanni Canadà''==
===[[Incipit]]===
In un ampio studio ammobiliato con sontuosità goffa e volgare, vi erano due uomini: uno seduto in un ampio seggiolone, che a stento conteneva la sua obesità deforme, poteva avere cinquant'anni. Sul largo viso si leggeva l'[[egoismo]], e la scaltrezza si rifugiava negli [[Occhio|occhi]] piccoli e grigi, duri e pungenti. La tinta color mattone era effetto dell'abuso di bevande alcoliche.<br>L'apoplessia insidiava quell'[[uomo]] dal collo taurino infossato tra le spalle massiccie d'un Ercole da fiera, che le contraeva con [[forza]] su fogli annotati con inchiostro rosso. In quel momento sprizzava con lo sguardo lampi di rabbia e la [[voce]] tuonava sotto l'impero di una collera violenta.
 
===Citazioni===
*Abbandonati dalla madrepatria non possiamo rivolgerci a dimenticarla,. Il nostro [[odio]] contro i vincitori è sopravvissuto ai [[Dolore|dolori]] della disfatta. Siamo e resteremo [[Francia|Francesi]]. Mai cesseremo di parlare questa lingua famigliare, eloquente, tenera e robusta a un tempo. Il [[cuore]], questo ardente focolare di affetto, brucia sempre per colei che ci dimentica e il primo dei titoli fa guadagnarsi la nostra amicizia è il venire di là dove spira l'aria che ha baciato le nostre culle. (pp. 32-33)
 
==''Il forzato''==
===[[Incipit]]===
La casa Rameau, nel 1619, era considerata una delle più ragguardevoli della città di Cette per il suo esteso commercio e per l'onestà proverbiale con cui conduceva gli affari. I negozianti che da circa due seoli erano a capo del commercio di questo piccolo porto di mare, godevano infatti giustamente ottima reputazione.<br>Giovanni Rameau, ottavo di questo nome, manteneva degnamente al suo apogeo l'onore ereditario della famiglia ed a buon diritto si gloriava della fama intemerata dei suoi avi. Il commercio, al quale si era dato dapprima per necessità, formò in seguito l'occupazione sua prediletta e lo coltivò con vero trasporto.
===Citazioni===
*Quando i figli mancano d'ordine, le madri ne hanno per due. (p. 19)
*L'[[anima]] è immortale . Creata da Dio, ella aspira al giorno in cui le verrà dato di ritornare a lui. Perché desiderare il prolungamento del suo esilio? (p. 54)
*La vita io ne ho il segreto. La verità mi rischiara con le sue faci; la via immortale la seguo. I vostri minuti sono contati, Dio li tiene nelle mani... Solo che egli le aspra, il vostro corpo torna nella polvere... e questa stessa polvere rivivrà per vedere il suo Redentore all'ultimo giorno! Volete voi l'acqua del battesimo, questa goccia del fiume della vita eterna, capace di spegnere le fiamme? [[Ermete Trismegisto|Ermete]] ha detto l'ultima parola della sua scienza. Ed i semplici seguaci del [[Vangelo]] possiedono essi solo la luce e la sapienza. (p. 57)
 
==Bibliografia==
*Raoul de Navery, ''Giovanni Canadà'', traduzione di Tommaso Dragone, Società Apostolato Stampa, Pia Società S. Paolo, Roma, 1944.
*Raoul de Navery, ''Il forzato'', Pia Società S. Paolo, Vicenza 1961.
 
[[Categoria:Scrittori francesi|de Navery, Raoul]]