Friedrich Glauser: differenze tra le versioni

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==''Il grafico della febbre''==
 
===[[Incipit]]===
- Leggi qui! - disse Studer, e mise un telegramma sotto il naso del suo amico Madelin. Davanti al Palazzo di giustizia faceva buio, la Senna batteva gorgogliando contro i muri della banchina e il lampione più vicino era distante alcuni metri.</br>
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{{NDR|Friedrich Glauser, ''Il grafico della febbre'' (''Dir Fieberkurve''), traduzione di Gabriella de' Grandi, Sellerio, 1985.}}
 
==''KrockIl &regno Co.di Matto''==
 
===[[Incipit]]===
E così fu svegliato dallo squillo del telefono alle cinque del mattino, quando tutti dormono. Era il comandante della [[polizia]] cantonale, e lui si presentò come di dovere: sergente Studer. Era ancora a letto, naturalmente, gli spettavano almeno due ore di sonno. Ed ecco che gli venivano a raccontare una storia difficile da capire con la mente ancora addormentata. Per questo era costretto a interrompere di tanto in tanto il racconto del superiore con " come? " e " cosa? " - e alla fine si sentì dare del tonto, e che aprisse bene gli orecchi!... Niente di grave. Il comandante della polizia cantonale amava le espressioni forti, e alla fin fien, tonto... Dio ci scampi!... Era peggio non capire bene cosa dovesse fare. Entro una mezz'ora sarebbe passato a prenderlo un certo dottor Ernst Laduner, così gli era stato detto, che lo avrebbe accompagnato all'istituto psichiatrico di Randlingen, dove un paziente di nome Pieterlen - sì: P come Peter, I come Ida, E come Erich... - insomma, un certo paziente Pieterlen era scappato...
 
===Citazioni===
*Cosa non inventano gli uomini! Ci sono consulenti matrimoniali, psicologi con una posizione sicura, psicoterapisti, assistenti sociali; hanno costruito istituti per alcoolizzati, istituti di educazione, case di riposo... E tutto questo viene gestito con zelo da burocrati... Ma con zelo ancora maggiore e meno burocrazia si fabbricano bombe a gas, incrociatori corazzati, mitragliatrici... Per annientarsi a vicenda... Un problema scottante, quello del [[progresso]]. Si nutrono sentimenti umanitari, col pensiero recondito di togliersi reciprocamente di mezzo il più presto possibile... (p. 152)
*- Dove cessa il regno di Matto, Studer? - chiese il medico sottovoce - alla staccionata dell'istituto di Randlingen? Una volta lei ha parlato del ragno che se ne sta annidato in mezzo alla sua ragnatela. I fili si allargano. Si allargano su tutta la terra... Matto lancia le sue palle e i suoi festoni... Lei penserà che sono uno psichiatra poetico... Non sarebbe grave... Noi non pretendiamo molto... portare un po' di ragione nel mondo...(p. 210)
 
{{NDR|Friedrich Glauser, ''Il regno di Matto'' (''Matto regiert''), traduzione di Gabriella de' Grandi, Sellerio, 1988.}}
 
===[[Incipit]]= di alcune opere==
===''Krock & Co.''===
Perché si era arreso? Perché aveva lasciato fare a moglie e figlia? Adesso eccolo lì, forse avrebbe dovuto assumersene la responsabilità, perché aveva agito di propria iniziativa e il corpo non era rimasto nel giardinetto dietro casa, là dove lo avevano trovato...</br>
Il morto giaceva sul tavolo tirato a lucido nello scantinato dell'albergo 'Al cervo', e sul legno chiaro serpeggiava un sottile filo di sangue. Le gocce cadevano lentamente sull'impiantito di cemento - sembrava il tichettio di una pendola stanca per gli anni.</br>
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{{NDR|Friedrich Glauser, ''Krock & Co.'' (''Krock & Co.''), traduzione di Gabriella de' Grandi, Sellerio, 1987.}}
 
===''Il Cinese''===
 
===[[Incipit]]===
 
Studer spense il motore, scese dalla motocicletta e si meravigliò dell'improvviso silenzio che lo assediava da ogni parte. Dalla nebbia infeltrita, gialla e untuosa come lana sporca emersero dei muri, brillarono le tegole rosse di una casa. Poi un raggio di sole ruppe la foschia e colpì un'insegna rotonda: splendette come oro - no, non era oro, ma un altro metallo, molto più comune - sull'insegna erano disegnati due occhi, un naso e una bocca; dal contorno si irradiavano ciocche di capelli rigidi. Sotto l'insegna penzolava una scritta: "Locanda al Sole"; gradini di pietra consunta conducevano a una porta, sulla quale stava un omino decrepito che al sergente parve di conoscere. Ma sembrò che il vecchio non conoscesse Studer, perché si volse e sparì all'interno della casa. Un colpo d'aria mosse ancora la nebbia - casa, porta e insegna sparirono.
 
{{NDR|Friedrich Glauser, ''Il Cinese'' (''Der Chinese''), traduzione di Gabriella de' Grandi, Sellerio, 1988.}}
 
==''Il regno di Matto''==
 
===[[Incipit]]===
 
E così fu svegliato dallo squillo del telefono alle cinque del mattino, quando tutti dormono. Era il comandante della [[polizia]] cantonale, e lui si presentò come di dovere: sergente Studer. Era ancora a letto, naturalmente, gli spettavano almeno due ore di sonno. Ed ecco che gli venivano a raccontare una storia difficile da capire con la mente ancora addormentata. Per questo era costretto a interrompere di tanto in tanto il racconto del superiore con " come? " e " cosa? " - e alla fine si sentì dare del tonto, e che aprisse bene gli orecchi!... Niente di grave. Il comandante della polizia cantonale amava le espressioni forti, e alla fin fien, tonto... Dio ci scampi!... Era peggio non capire bene cosa dovesse fare. Entro una mezz'ora sarebbe passato a prenderlo un certo dottor Ernst Laduner, così gli era stato detto, che lo avrebbe accompagnato all'istituto psichiatrico di Randlingen, dove un paziente di nome Pieterlen - sì: P come Peter, I come Ida, E come Erich... - insomma, un certo paziente Pieterlen era scappato...
 
===Citazioni===
 
*Cosa non inventano gli uomini! Ci sono consulenti matrimoniali, psicologi con una posizione sicura, psicoterapisti, assistenti sociali; hanno costruito istituti per alcoolizzati, istituti di educazione, case di riposo... E tutto questo viene gestito con zelo da burocrati... Ma con zelo ancora maggiore e meno burocrazia si fabbricano bombe a gas, incrociatori corazzati, mitragliatrici... Per annientarsi a vicenda... Un problema scottante, quello del [[progresso]]. Si nutrono sentimenti umanitari, col pensiero recondito di togliersi reciprocamente di mezzo il più presto possibile... (p. 152)
*- Dove cessa il regno di Matto, Studer? - chiese il medico sottovoce - alla staccionata dell'istituto di Randlingen? Una volta lei ha parlato del ragno che se ne sta annidato in mezzo alla sua ragnatela. I fili si allargano. Si allargano su tutta la terra... Matto lancia le sue palle e i suoi festoni... Lei penserà che sono uno psichiatra poetico... Non sarebbe grave... Noi non pretendiamo molto... portare un po' di ragione nel mondo...(p. 210)
 
{{NDR|Friedrich Glauser, ''Il regno di Matto'' (''Matto regiert''), traduzione di Gabriella de' Grandi, Sellerio, 1988.}}
==Altri progetti==
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[[Categoria:Scrittori svizzeri|Glauser, Friedrich]]