Sandro Pertini: differenze tra le versioni

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*Il modo migliore di pensare ai morti è pensare ai vivi. (Dichiarazione a seguito del terremoto in Irpinia)
*L'[[Italia]], a mio avviso, deve essere nel mondo portatrice di pace: si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame. Il nostro popolo generoso si è sempre sentito fratello a tutti i popoli della terra. Questa è la strada, la strada della pace che noi dobbiamo seguire. (Dal discorso d'insediamento alla Presidenza della Repubblica)
*Lavoratori Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l'occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire. (dal[http://commons.wikimedia.org/wiki/Image:It-Sandro_Pertini.ogg|''Pertini discorsoproclama radiofonicoalla delradio lo sciopero generale, Milano, 25 aprile 1945''])
*Sono al fianco di chi soffre umiliazioni e oppressioni per il colore della sua pelle. [[Hitler]] e [[Benito Mussolini|Mussolini]] avevano la pelle bianchissima, ma la coscienza nera. [[Martin Luther King]] aveva la pelle color dell'ebano, ma il suo animo brillava della limpida luce, come i diamanti che negri oppressi estraggono dalle miniere del Sudafrica, per la vanità e la ricchezza di una minoranza dalla pelle bianca. (da un discorso del 1982, citato in Michelangelo Jacobucci, ''Pertini uomo di pace'', Rizzoli, 1985)<ref>Citato nella canzone ''Il Bianco E Il Nero'' nell'album ''Verba Manent'' (1992) di [[Frankie HI-NRG MC]].</ref>
*Sono del parere che la televisione rovina gli uomini politici, quando vi appaiono di frequente. (alla Camera il 22 luglio 1971, rivolgendosi all'Onorevole [[Giuseppe Niccolai]])
*Sono socialista, da più di mezzo secolo. Per me socialismo vuol dire esaltazione della dignità dell'[[uomo]]; e quindi il socialismo non può andare disgiunto dalla [[libertà]]. (citato in [[Gianni Bisiach]], ''Pertini racconta'', Milano 1983, pag. 46)
* Per me libertà e giustizia sociale, che poi sono le mete del socialismo, costituiscono un binomiabinomio inscindibile: non vi può essere vera libertà senza la giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà. Ecco, Sese a me socialista offrissero la realizzazione ladella riforma più radicale di carattere sociale, ma privandomi della libertà, io la rifiuterei, non la potrei accettare. [...] EccoMa la libertà senza giustizia sociale può essere anche una conquista vana. Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha un lavoro, che è umiliato perché non sa come iomantenere sonoi socialistasuoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero. [...] (Sandro Pertini [http://www.pertini.it/cesp/video/socialismo2.wmv Intervista - Centro Espositivo Sandro Pertini]<ref>Vedi anche [http://www.pertini.it/cesp/p_video.htm Video CESP - Centro Espositivo Sandro Pertini]</ref>)
 
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*Dai [[fumo|fumatori]] si può imparare la tolleranza. Mai un fumatore si è lamentato di un non fumatore.
*È meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature.
*Per me libertà e giustizia sociale, che poi sono le mete del socialismo, costituiscono un binomia inscindibile non vi può essere vera libertà senza la giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà Se a me socialista offrissero la realizzazione la riforma più radicale di carattere sociale, privandomi della libertà io la rifiuterei. [...] Ecco come io sono socialista.
*Io ero [[pacifista]] ma andai volontario in guerra {{NDR|la prima guerra mondiale}} perché se a combattere dovevano andare i figli degli operai e dei contadini, dovevo andarci anche io.
*[[Cipriano Facchinetti]] apparteneva a quella categoria di idealisti che intendono pagare di persona per la loro idea....Cessata la tempesta, egli ritornò in Patria; ma non trasformò le sofferenze e le persecuzioni patite in una cambiale da farsi pagare. Gli bastava la consapevolezza, egli puro mazziniano, di avere sempre compiuto il proprio dovere. Quando viene nominato ministro, non si monta la testa: modesto era e modesto rimase. Egli considerò quell'incarico come un posto di lotta, da cui derivavano maggiori responsabilità e quindi l'obbligo di compiere con maggiore scrupolo il proprio dovere....Apparteneva alla schiera degli uomini politici che non vogliono che la politica si trasformi in un mercato in cui si barattano interessi personali, oppure in un trampolino per raggiungere cariche, prebende, onori. Egli considerava, come noi consideriamo, la politica un'alta missione, che più che procurar diritti impone doveri. Facchinetti pensava che la politica deve essere fatta con cuore puro e mani pulite. Per questo motivo ha sempre servito in umiltà il suo partito, con piena dedizione, senza mai nulla chiedere, dando sempre. Questa è stata la divisa politica di Cipriano Facchinetti.
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