Alain de Botton: differenze tra le versioni

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'''Alain de Botton''' (1969 – vivente), scrittore svizzero.
 
==''Architettura e felicità''==
*Sembriamo divisi tra lo stimolo a trascurare i nostri sensi diventando impassibili all’ambiente circostante e l’impulso opposto a riconoscere che in buona misura la nostra identità è legata indissolubilmente ai luoghi in cui viviamo e si modifica con essi. Una brutta stanza può condensare i sospetti che nutriamo sull’incompletezza della vita, mentre una stanza illuminata dal sole e piastrellata con mattonelle color miele può rafforzare la speranza che ci portiamo dentro. <br>La fede nell’importanza dell’architettura si fonda sull’idea che tutti noi, nel bene e nel male, siamo persone diverse in luoghi diversi e sulla convinzione che sia compito dell’architettura darci un’immagine vivida di ciò che idealmente potremmo essere. (p. 10-11)
*L’architettura desta perplessità anche perchè non è affatto in grado di creare quella felicità di cui si serve per attirare la nostra attenzione. Se a volte un edificio seducente ci mette di buon umore, ci sono invece momenti in cui nemmeno il luogo più ameno sarà in grado di sfrattare la nostra tristezza o la nostra misantropia. (p. 15)
*Una casa può trasmetterci uno stato d’animo che siamo incapaci di crearci da soli ma a volte l’architettura più nobile può fare per noi meno di una siesta o un’aspirina. (p. 15)
*Dotata di un potere che è sovente tanto inaffidabile quanto inesprimibile, l’architettura faticherà sempre ad aggiudicarsi le risorse altrimenti destinate a necessità più impellenti. (…) La bella architettura non presenta i vantaggi indiscutibili di un vaccino o di una ciotola di riso e per questo motivo non acquisterà mai rilevanza politica e non diventerà mai una priorità, perché anche se potessimo rimodellare tutte le opere dell’edilizia umana, con sforzi e sacrifici costanti, fino a emulare piazza San Marco, anche se potessimo trascorrere il resto della nostra vita nella Villa Rotonda del Palladio o nella Glass House di Philip Johnson, continueremmo comunque a essere spesso di cattivo umore. (p. 16)
*Se anche l’architettura possiede un contenuto morale, le manca il potere di farlo valere. Offre suggerimenti invece di promulgare leggi. Ci invita a emulare il suo spirito – non ce lo impone -, e non può impedire che se ne abusi. (p. 18)
*È nel dialogo con la sofferenza che molte cose belle acquistano il loro valore. Conoscere il dolore si rivela inaspettatamente uno dei requisiti essenziali per apprezzare l’architettura. A prescindere da tutti gli altri fattori, forse dobbiamo proprio essere un po’ tristi affinché gli edifici ci commuovano davvero. (p. 23)
*L’architettura, anche quella più compiuta, costituirà sempre solo una debole e imperfetta protesta (costosa, affatto indistruttibile e moralmente inaffidabile) contro lo stato delle cose. (p. 23)
*Che cos’è un bell’edificio? Noi moderni avvertiamo che è una domanda imbarazzante, alla quale forse non è possibile dare risposta, poiché la nozione di bellezza sembra ormai destinata ad accendere discussioni sterili e infantili. (…) La creazione della bellezza, che un tempo era considerata il compito primario dell’architetto, è scomparsa dai discorsi dei professionisti, trasformandosi in un confuso imperativo privato. (p. 26)
*A ciascun edificio chiediamo non soltanto che assolva a una certa funzione, ma anche che abbia un certo aspetto e contribuisca a creare una precisa atmosfera: di religiosità o di cultura, di semplicità o di modernità, di lavoro o di vita familiare. Magari pretendiamo che ci trasmetta sicurezza o entusiasmo, armonia o morigeratezza. Magari speriamo che stabilisca un legame con il passato o simboleggi il futuro e ci lamenteremmo, come ci lamentiamo per un bagno che funziona male, se questo secondo livello espressivo ed estetico della funzione venisse ignorato. (p. 60)
 
==''Esercizi d'amore''==
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*Essere innammorati dell'amore è sempre un rischio.. le aspettative quando si incontra una nuova persona son spesso molto alte.. la si idealizza.. si colgono spesso solo i lati positivi.. durante i primi incontri si prende solo il meglio dell'altra persona .. ma è nella vita quotidiana .. che si comprende se la persona che si ha al proprio fianco è quella con la quale si potrà condividere gran parte dell'esistenza ..
 
==Bibliografia==
{{NDR|Alain de Botton, ''Esercizi d'amore'', traduzione di Paola Martinelli, Guanda}}
*Alain de Botton, ''Architettura e felicità'', traduzione di Stefano Beretta, Guanda, Parma, 2006. ISBN 8882469700
{{NDR|*Alain de Botton, ''Esercizi d'amore'', traduzione di Paola Martinelli, Guanda}}, Parma, 1995. ISBN 8877467029
 
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