Teresa d'Avila: differenze tra le versioni

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*Chi commette un peccato mortale intende di contentare,non Dio, ma il demonio; e siccome il demonio non è che tenebra, la povera anima si fa tenebra con lui.
*Chi si scandalizza nell'apprendere che Dio può far tante grazie fin da questo esilio, tengo per certo che sia senza umiltà e senza amore del prossimo.
*Come da una fonte limpidissima non sgorgano che limpidi ruscelli, così di un'anima in grazia: le sue opere riescono assai grate agli occhi di Dio e degli uomini, perché procedenti da quella fonte di vita nella quale essa è piantata come un albero, e fuor dalla quale non avrebbe né freschezza né fecondità.
*Come l'ape non lascia di uscire a succhiare i fiori, così l'anima, la quale, pur addestrandosi nel proprio conoscimento, deve di tanto in tanto innalzarsi a considerare la grandezza e la maestà di Dio.
*È tanta l'importanza dell'amore vicendevole che non dovreste mai dimenticarvene. L'andare osservando certe piccolezze - che alle volte non sono neppure imperfezioni, ma che la nostra ignoranza ci fa vedere assai gravi - nuoce alla pace dell'anima e inquieta le sorelle. Sarebbe una perfezione che costa assai caro!
*Il demonio è come una lima sorda che bisogna sorprendere fin dal principio
*Le anime senza orazione sono come un corpo storpiato o paralitico che ha mani e piedi, ma non li può muovere.
*Non chiamo infatti orazione quella di colui che non considera con chi parla, chi è che parla, cosa domanda e a chi domanda, benché muova molto le labbra.