Paolo Guzzanti: differenze tra le versioni

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'''Paolo Guzzanti''' (1940 – vivente), giornalista e uomo politico italiano.
 
*[[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] ha riconfermato più volte in modo imbarazzante, anche perché sempre sorridente e faceto trattando una questione di una gravità morale gigantesca, la sua amicizia con Putin ed ha detto che il suo amico Putin, che deve essere un omonimo di quello che comanda a Mosca, non ne poteva più di udire i racconti strazianti di madri schiacciate dai carri armati (georgiani), donne violentate (dai georgiani) poveri soldati uccisi (russi) e così - quando ce vo’ ce vo’ - ad un certo punto anche un sant’uomo come lui ha perso la pazienza e ha fatto ciò che ha fatto Hitler con la Polonia. (dal [http://www.paologuzzanti.it/?p=829 blog], 8 ottobre 2008)
*Voglio urlare ad [[Israele]]: vai e colpisci, ovunque essi siano, vai e fai quello che un occidente mentitore e senza spina dorsale non ha il coraggio di fare. Io voglio gridare, voglio esaltare la guerra di Israele. Voglio che Israele con mano chirurgica e ferma colpisca e cauterizzi, che con mano pietosa distrugga col fuoco. I piloti devono avere occhi di chi non può consentirsi emozioni, le mani ferme sulle leve e i joy stick nei carri roventi che macinano la terra e la sabbia, mani che stringono armi e vuotano caricatori, menti gelide nel deserto rovente. Va e colpisci anche per i francesi che esaltano i loro zizù zazà zulù zozò, le loro cornate da capre mentre Parigi si appresta a bruciare di nuovo, e per quella gente di formaggio e paura che abita l'Olanda fertile di musulmani e la Svezia musulmana e la Danimarca musulmana e i loro maledetti covi e riti, via spazzateli tutti, purgateli, eliminateli, colpisci anche per loro, per noi, Israele. Oh Israele, se solo potessi marciare nella tua guerra, se potessi vegliare nei tuoi campi in attesa, se potessi fare l'autostop per raggiungere la mia unità, se potessi lasciare il mio kibbutz o villaggio o città biblica con i capelli sotto il berretto, il fucile in spalla, l'abito da guerra di Israele e la sua bandiera. Oh Israele se soltanto potessi non essere solidale ma esserci, non scrivere ma combattere, come vorrei, Israele, essere alla guida di un carro con due materassi legati fuori, insieme a giovani con la chitarra come quelli che incontrai in Libano un quarto di secolo fa e parlare con loro di cinema, e sparare, e di poesia, e sparare, e di musica, e correre, e far tuonare il corto cannone che non sbaglia mentre il cielo viene tagliato a lama di coltello dai nostri jet. Oh Israele!. (da ''Il Giornale''){{c|indicare titolo dell'articolo e data}}
 
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[[Categoria:Giornalisti italiani|Guzzanti, Paolo]]
[[Categoria:Politici italiani|Guzzanti, Paolo]]