Carlo Picchio: differenze tra le versioni

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citazioni su Timoleonte e Segesta
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*L'escursione a Piazza Armerina giova altresì come orientamento geografico poiché sgorgano qui le acque che scendono poi a formare il Gela, il fiume dal nome siculo che significò freddo o ''gelido'' e da cui fu chiamata l'antica città dove si spense e fu sepolto [[Eschilo]] nel 456 a. C. Di lei porta ora il nome quella che, fino al 1927, fu Terranova di [[Sicilia]].
*Piazza Armerina, pittoresca , posta su tre colli, è medioevale, barocca e moderna e non fu meta di amanti delle antichità classiche fino ad una trentina di anni addietro quando, in contrada Casale, in una grande villa romana, furono scoperti dei meravigliosi mosaici pavimentali.
*{{NDR|[[Timoleonte]]}} Molti chiamano ''Timoleone'' questo [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] antico dal cuore di fiamma, il quale consacrò la vita alle battaglie per la libertà e sbarcò egli pure, con una schiera di suoi volontari, in [[Sicilia]], chiamato dal grido d'angoscia di [[Siracusa]] asservita.
*{{NDR|[[Timoleonte]]}} Volle che fossero rialzate le mura di [[Gela]], e noi amiamo rievocare il giorno in cui Timoleonte, che anche era un gagliardo oratore, e già aveva suscitato l'entusiasmo dei siracusani parlando dal proscenio del loro teatro, annunciò i Geloi che più non erano dei servi esposti all'arbitrio di qualunque nemico cui piacesse di varcare il loro confine, ma erano cittadini con armi e difese.
*[[Segesta]], o, come la dissero i greci, Egesta, sorgeva presso il monte Barbaro, a ridosso dei colli dov'è Calatafimi. Vi si arriva presto da Castelvetrano in grazia di una configurazione dell'isola che, nella parte occidentale, verso Capo Lilibeo, si restringe ed avvicina la costa meridionale a quella del nord.
*Intorno a Salemi, sul parallelo di [[Marsala]], correva l'instabile confine tra Segesta e Silinunte, le due grandi rivali.
*Fu un romano, Verre, il rapace protettore della Sicilia, a fare gran guasto a Segesta, depredandola, tra l'altro, del simulacro di Diana, insigne opera d'arte, ma anche venerato come protettore della città.
*Segesta non era città marinara, sebbene sul mare il suo "emporio" pressappoco là dove ora è Castellamare del Golfo. E prima della conquista romana la sua storia non fu dissimile da quella delle altre minori città siciliane, costrette a fiutare sempre, e spesso ingannandosi, il vento di Cartagine o di Siracusa. Soprattuttofu storia di lotte con Selinunte, di cui Segesta non riuscì, peraltro, mai ad eguagliare lo splendore.
*[[Tindari]], colonia di Siracusa, ne seguì le sorti; fu poi fedele alleata di Roma e, infine, la distrussero gli arabi. Secoli e secoli di dolori e di speranze, di battaglie e di lutti si compendiano in queste brevi parole.
*Ai romani era cara Tindari. Ricordava loro un atto d'audacia di uno dei loro eroi più generosi, [[Attilio Regolo]]. Fu qui, al largo di Capo Tindari, in quello che oggi è chiamato Golfo di Patti, che nel 257 a. C. l'eroico Regolo aggredì la flotta punica più forte di quella romana. L'esito della battaglia fu incerto. Ma [[Roma]] decretò al suo generale il trionfo.
===[[Explicit]]===
*In basso la costa sicula sfuma verso [[Catania]]; lo Stretto splende d'azzurro e i monti di Sicilia si levano da ogni parte con inattesi profili. E su tutti grandeggia candido l'[[Etna]], la Montagna per antonomasia, a ricordare la potenza del fuoco che, oltre le vicende degli uomini, è la vera, immortale anima dell'isola
 
{{NDR|Carlo Picchio, ''La nemica di Cartagine'', ''Storia Illustrata'', AnnoIV N. 1, gennaio 1960, Arnoldo Mondadori Editore}}