Olocausto: differenze tra le versioni

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*Invece della redenzione attraverso il progresso, la narrazione tragica offre ciò che Nietzsche ha chiamato il dramma dell'eterno ritorno. Come si è ormai capito, non esisteva alcun modo per «andare oltre» la storia dell'Olocausto. Esisteva solo la possibilità di ritornarvi: non trascendenza ma catarsi.
*Nella misura in cui l'Olocausto è giunto a definire la disumanità nel nostro tempo, esso ha dunque svolto una funzione fondamentalmente morale. La «moralità post-Olocausto» ha potuto svolgere questo ruolo, tuttavia, solo attraverso una forma sociologica: è diventata una metafora di collegamento che gruppi sociali di diverso potere e legittimità hanno utilizzato per definire logicamente come bene o come male gli eventi storici in corso. Ciò che l'Olocausto ha identificato come il male più profondo è l'impiego sistematico ed organizzato della violenza contro i membri di un gruppo collettivo stigmatizzato, sia esso definito secondo criteri primordiali o ideologici. Questa rappresentazione non solo ha identificato come male radicale i colpevoli e le loro azioni, ma ha interpretato come male anche i non-attori. Secondo i criteri della moralità post-Olocausto ad ogni individuo è ora richiesto, normativamente, lo sforzo di intervenire contro qualsiasi Olocausto, al di là di ogni considerazione di costi e conseguenze personali.
 
==Voci correlate==
*[[Ebraismo]]
 
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