Eutanasia: differenze tra le versioni

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* A chi appartiene la tua vita? A Dio, risponderà qualcuno, ma è una risposta che non può avere forza di legge: può governare le scelte del credente, non del cittadino scettico e dell'ateo. E a quale Dio, del resto? Il Dio cristiano dei valdesi, in determinate circostanze, ammette l'eutanasia. A parlare in nome di un Dio è sempre un uomo, infatti. Dunque, la tua vita appartiene a te, oppure a un altro uomo. Ma in questo caso sarebbe schiavitù. Poiché la tua vita appartiene a te, solo a te spetta decidere quando e come porvi fine. È un diritto personale inalienabile, che fonda ogni altro diritto e senza il quale ogni altro diritto può essere revocato in dubbio ([[Paolo Flores d'Arcais]]).
* Il saggio vive quanto deve, non quanto può. (''Sapiens vivet quantum debet, non quantum potest.'') ([[Lucio Anneo Seneca]]).
* L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'accanimeno terapeutico. Non si vuole così provocare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la comptenza e la capacità, o altrimenti da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente. (dal Catechismo della religione cattolica)
* La cura non deve marcare una distanza, non deve far emergere una estraneità, ma consentire il raggiungimento di una possibile pienezza di vita, come vuole la percezione che ormai abbiamo della salute, non più standard, ma vissuta. ([[Stefano Rodotà]])