Amadeo Bordiga: differenze tra le versioni

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*Non si creano né i partiti né le [[rivoluzione|rivoluzioni]]. Si dirigono i partiti e le rivoluzioni, nella unificazione delle utili esperienze rivoluzionarie internazionali. (da ''Partito e azione di classe'', in ''Rassegna Comunista'', anno 1, n. 4, 31 maggio 1921)
*Quando la catastrofe distrugge abitazioni coltivazioni e fabbriche e piomba nella inattività<br/>popolazioni lavoratrici, essa indubbiamente distrugge una ''ricchezza''. Ma non è possibile rimediarvi con un prelievo sulla ricchezza altrove esistente, come con la miserabile operazione di razzolare in giro pastrani vecchi, quando la propaganda, raccolta e trasporto costano assai più del valore del logoro indumento.<br/>Quella ricchezza sparita era accumulo di lavoro passato, secolare. Per eliminare l'effetto della catastrofe occorre una massa enorme di lavoro attuale, vivente. Se quindi della ricchezza diamo la definizione non astratta, ma concreta e sociale, essa ci appare come il diritto in certi individui formanti la classe dominante di ''prelevare'' sul lavoro vivo e contemporaneo. Nella nuova mobilitazione di lavoro si formeranno nuovi redditi e nuova ricchezza privilegiata; e l'economia capitalista non offre nessun mezzo di «spostare» ricchezza altrove accumulata per sanare il vuoto fatto in quella sarda o veneta, come non si potrebbe pigliar pari pari gli argini del Tevere per ristabilire quelli inghiottiti dal Po.<br/>Ecco perché è una cretinata l'idea di fare un prelievo patrimoniale contro i titolari di campi e case e officine intatti, per ripristinare quelli sconvolti.<br/>Centro del capitalismo non è la titolarità su tali immobili, ma un tipo di economia che<br/>consente prelievo e profitto su quanto in cicli incessanti crea il lavoro dell'uomo, e subordina a quel prelievo l'impiego di questo lavoro. (''Omicidio dei morti'', ''Sul filo del tempo'' LXXXIV, da ''Battaglia Comunista'', n. 24 del 19-31 dicembre 1951)
*Vi è anche un modo di leggere i libri che è simile a quello con cui lo scassinatore sfoglia i pacchi di biglietti da mille. (''La batracomiomachia'', ''Sul filo del tempo'' CXV, da ''Il Programma Comunista'', 1953, n 10
*La scuola del ''benessere'' [welfare], con la sua pretesa che l'assorbimento individuale di consumo possa salire oltre ogni limite, gonfiando le poche ore, che il lavoro obbligato e il riposo lasciano a ciascuno, di passi e riti e morbose follie parimenti obbligate, esprime in realtà il malessere di una società in rovina, e volendo scrivere le leggi della sua sopravvivenza non fa che confermare il decorso, forse ineguale, ma inesorabile, della sua orribile agonia. (''Vulcano della produzione o palude del mercato?'', da ''Il Programma Comunista'', 1954, nn 13 ÷ 19)
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