Mary Higgins Clark: differenze tra le versioni

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==''Mentre la mia piccola dorme''==
===[[Incipit]]===
RISALIVARisaliva con cautela la Thruway in direzione del Morrison State Park. I quaranta chilometri di viaggio da Manhattan alla Contea di Rockland erano stati un incubo. Erano le sei ormai, ma non c'era segno dei primi chiarori dell'alba; la neve che aveva cominciato a cadere durante la notte si era fatta più fitta e fioccava senza sosta sul parabrezza. Le nubi, grigie e pesanti, sembravano enormi palloni gonfiati fino a scoppiare. Stando al bollettino meteorologico sarebbero caduti cinque centimetri di neve, «diminuendo d'intensità dopo la mezzanotte». Come al solito il meteorologo si era sbagliato.
===Citazioni===
*Nel 1947 la moda ristagnava, incapace di staccarsi dalle fogge militari che avevano caratterizzato gli anni della guerra: Tessuti poveri; spalle squadrate; bottoni d'ottone. Poi, [[Christian Dior|Dior]], un giovane e timido stilista, dichiarò che quello che volevamo tutti era dimenticare finalmente la guerra. Eliminò le gonne corte, simbolo di una moda condizionata dalle ristrettezze, e rivelandosi un vero genio, ebbe il coraggio di annunciare a un mondo scettico che l'abito da giorno del futuro avrebbe avuto una lunghezza al polpaccio o addirittura alla caviglia.
*Forse un giorno tutti gli stilisti comprederanno che il mistero è un'importante regola guida per la moda. (p. 145)
*Era [[Mary Quant]], la ragazzina che non voleva crescere e che, soprattutto, non voleva indossare vestiti da adulta.<br>Arriva la minigonna, arrivano le calze colorate, arrivano gli stivali alti. Prende piede la premessa che chi è giovane non deve ''mai'', a nessun costo, sembrare vecchio. Quanto a Mary Quant fu chiesto di spiegare il significato della moda e i suoi scopi, lei rispose con decisione: «Sesso». (p. 145)
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===''Sarai solo mia''===
TRANNETranne in casi eccezionali, Susan Chandler copriva sempre a piedi la distanza relativamente breve tra la palazzina nel Greenwich Village dove abitava e il suo studio, situato in un edificio di fine secolo a SoHo. Era un'affermata psicologa e aveva raggiunto una certa popolarità come conduttrice del programma radiofonico ''Chiedetelo alla dottoressa Susan'', che andava in onda dal lunedì al venerdì.<br>Quella mattina di ottobre l'aria era fresca e pungente e Susan pensò che aveva fatto bene a indossare un maglione a collo alto sotto la giacca del tailleur.
 
===''Domani vincerò''===
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===''Uno sconosciuto nell'ombra''===
SEDEVASedeva completamente immobile davanti al televisore della camera 932 al ''Biltmore Hotel''. La sveglia era suonata alle sei, ma lui era già in piedi da un pezzo: una ventata gelida aveva fatto tremare i vetri della finestra, e questo era bastato per porre fine al suo [[sonno]] agitato.<br>Iniziò il programma ''Today'', ma lui lasciò il volume dell'apparecchio bassissimo: non gli importavano le notizie e i servizi speciali. Voleva solo vedere l'intervista.
 
===''Ci incontreremo ancora''===
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===''La figlia prediletta''===
QUELLAQuella mattina Ellie si svegliò con la sensazione che fosse accaduto qualcosa di terribile.<br>D'[[istinto]], allungò la mano verso Bones, il morbido cane di peluche che da sempre dormiva vicino a lei sul cuscino. Il mese precedente, quando aveva compiuto sette anni, sua sorella Andrea, di quindici anni, l'aveva stuzzicata dicendo che era arrivato il momento di spedire Bones in soffitta...<br>Di colpo si ricordò che cosa c'era di sbagliato: la sera prima Andrea non era tornata a casa. Dopo cena era andata dalla sua migliore amica, Joan, a prepararsi per il compito in classe di matematica. Aveva promesso di rientrare per le nove, e alle nove e un quarto la mamma era andata a prenderla da Joan, ma aveva scoperto che Andrea era rimasta lì fino alle otto.
 
==Bibliografia==