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Gaio Lucilio, Satire

Libro III[1]

[Lucilio fa all'amico un resoconto del suo viaggio in Sicilia]

  • ... e per la strada
    deciderai tu, come talvolta fa il geometra nell'accampamento
    ... come hai sempre
    desiderato, vedrai lo Stretto, Messina, le mura di Reggio Calabria,
    poi l'isola di Lipari, il tempio di Diana Facelina...
    oltre tutto, l'intera strada è sdrucciolevole e impantanata.
... viamque
degrumabis, uti castris mensor facit olim
... et saepe quod ante
optasti, freta, Messanam, Regina videbis
moenia, tum Liparas, Facelinae templa Dianae...
praeterea omne iter est hoc labosum atque lutosum.
(96-97, 143-145, 98 Warmington)
  • a dir il vero, fin qui fu uno scherzo, niente d'impossibile,
    nulla di che, ti dico, tutto uno scherzo, un gioco da ragazzi.
    Ma come entro a Sezze, inizia il peggio:
    monti accessibili solo alle capre, l'Etna e l'aspro Athos
    ... ci prenderemo una pausetta per far riposare
    i corpi stanchi
verum haec ludus ibi, susque omnia deque fuerunt,
susque et deque fuere, inquam, omnia ludus iocusque:
illud opus durum, ut Setinum accessimus finem:
aighilipes montes, Aetnae omnes asperi Athones
... et spatium curando corpori honestum
sumemus
(102-105 Warmington)
  • [A Napoli] niente ostriche, né rosse né peloridi,
    niente asparagi!
Ostrea nulla fuit, non purpura, nulla peloris,
asparagi nulli.
(126-127 Warmington)

Note

  1. Imitando l'iter siculum di Lucilio, Orazio descriverà il suo viaggio a Brindisi, l'iter brundisinum (Satire, I, 5).