Maurice Maeterlinck: differenze tra le versioni

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Si contano da milleduecento a millecinquecento specie di tèrmiti. Le più conosciute sono il ''Termes Bellicosus'', che edifica imponenti monticelli, il ''Nemorosus'', il ''Lucifugus'', che ha fatto un'apparizione in [[Europa]], l' ''Incertus'', il ''Vulgaris'', il ''Coptotermes'', il ''Bornensis''e il ''Mangensis'', che hanno dei soldati a siringa, il ''Rhinotermes'', il ''Termes Planus'', il ''Tenuis'', il ''Malayanus'', il ''Viator'', una delle pochissime tèrmiti che vivono qualche volta allo scoperto e traversano le giungle, in lunghe file, con i soldati che inquadrano gli operai-facchini, il ''Termes Longipes'', il ''Foraminifer'', il ''Sulphureus'', il ''Gestroi'', che attacca di proposito gli alberi vivi e i cui guerrieri sono feroci, il ''Termes Carbonarius'', i cui soldati ritmano in una maniera particolarissima il martellamento misterioso sul quale ritorneremo, il ''Termes Latericus'', il ''Dives'', il ''Gilvus'', l' ''Azarelllii'', il ''Transluces'', lo ''Speciosus'', il ''Comis'', il ''Laticornis'', il ''Bervicornis'', il ''Regulapennis'', l' ''Atripennis'', l' ''Ovipennis'', il ''Regularis'', l' ''Inanis'', il ''Latifrons'', il ''Filicornis'', il ''Sordidus'' che abitano nell'isola di [[Borneo]], il ''Laborator'' della Malacca, il ''Capritermes'', le cui mandibole, fatte a corna di caprone, scattano come molle e proiettano l'insetto a venti o trenta centimetri di distanza, il ''Termopsis'', il ''Calotermes'', che sono le più arretrate; e centinaia d'altre la cui enumerazione sarebbe fastidiosa.
===Citazioni===
*Le più belle [[Morale|morali]] umane sono tutte fondate sull'idea che bisogna lottare e soffrire per purificarsi, elevarsi, perfezionarsi. Ma nessuna tenta di spiegare perché sia necessario di ricominciare senza tregua. Dove va, dunque, in quali abissi infiniti si perde, da eternità senza limiti, ciò che in noi si è elevato, e non ha lasciato vestigia? (p. 112)
*Quel che dice la scienza, è la natura o l'universo che glielo detta; non può essere un'altra voce, no, non può essere altro; e la cosa non è rassicurante. Noi siamo oggi fin troppo portati a non ascoltar che la scienza, in questioni che escono dal suo dominio. (p. 117)
*Quali che siano la durata e l'ampiezza dei nostri movimenti, noi - immobili tra due infiniti - restiamo sempre allo stesso punto nello spazio e nel tempo. (p. 113)
*Nell'immenso isolamento, nell'immensa ignoranza in cui ci dibattiamo non abbiamo altro modello, altro punto di riferimento, altra guida, altro padrone che la natura; e la voce che ci consiglia a volte di allontanarci da lei, di rivoltarci contro di lei, è ancor da lei che ci viene. Cosa faremo, dove andremo, se non l'ascoltassimo? (p. 117)
*È puerile domandarsi dove vanno le cose e i mondi. In nessun luogo vanno: sono arrivati (p. 113)
*[...] l'[[intelligenza]] è la facoltà mediante la quale noi comprendiamo finalmente che tutto è incomprensibile: e guardiamo le cose dal fondo dell'illusione umana. (p. 115)
*Quel che dice la [[scienza]], è la natura o l'universo che glielo detta; non può essere un'altra voce, no, non può essere altro; e la cosa non è rassicurante. Noi siamo oggi fin troppo portati a non ascoltar che la scienza, in questioni che escono dal suo dominio. (p. 117)
*Nell'immenso isolamento, nell'immensa ignoranza in cui ci dibattiamo non abbiamo altro modello, altro punto di riferimento, altra guida, altro padrone che la [[natura]]; e la voce che ci consiglia a volte di allontanarci da lei, di rivoltarci contro di lei, è ancor da lei che ci viene. Cosa faremo, dove andremo, se non l'ascoltassimo? (p. 117)
 
==Bibliografia==