Poggio Bracciolini: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Su [[Girolamo da Praga]]}} La sua voce era soave, chiara, sonora, accompagnata da un dignitoso gestire oratorio, o per esprimere indignazione o per muovere a misericordia, che tuttavia né domandava né desiderava ottenere. Stava lì, nel mezzo, impavido e intrepido, e non solo sembrava disprezzare la morte, ma desiderarla apertamente, tanto che avresti detto: costui è un altro Catone. O uomo degno di memoria eterna! (dalla lettera inviata da Costanza il 30 maggio 1416 a [[Leonardo Bruni]], in ''Lettere'', II 6)
*{{NDR|Su [[Girolamo da Praga]]}} Con volto sereno e aspetto calmo affrontò la morte, non ebbe paura del rogo, non del genere del tormento, non del trapasso. Nessuno stoico andò mai con tanta serenità verso la morte. Quando giunse al luogo dell’esecuzionedell'esecuzione si liberò da sé delle vesti, poi, mettendosi in ginocchio, adorò il legno a cui venne legato, prima con corde bagnate, poi con catene. Allora gli vennero posti tutt’attornotutt'attorno, fino al petto, grossi pezzi di legno misti a paglia, e non appena fu appiccata la fiamma cominciò a cantare un inno che solo il fumo e le fiamme poterono interrompere. Questo particolare attesta la singolare fermezza dell’animodell'animo suo: quando il littore volle accendere il rogo alle sue spalle perché non vedesse, esclamò: "Vieni qua e brucialo davanti ai miei occhi. Se ne avessi avuto paura, non sarei mai venuto qua, dal momento che potevo fuggire". Così arse quell’uomoquell'uomo, egregio oltre ogni credenza. Vidi la sua fine, ne seguii tutti gli atti. Se agì da eretico e si ostinò nel proprio errore, morì tuttavia da filosofo". (dalla lettera inviata da Costanza il 30 maggio 1416 a [[Leonardo Bruni]], in ''Lettere'', II 6)
 
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