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*Con una certa alterigia lo scrittore [[William Hazlitt]] sentenziava agli inizi dell'800: «Non credo che si possa trovare niente che meriti il nome di società fuori di Londra» È il cuore della nazione. E i successivi trapianti, un secolo dopo l'altro, l'hanno reso infinito. Il dottor [[Samuel Johnson|Johnson]] concludeva: «Quando un uomo è stanco di Londra, vuol dire che è stanco della vita; perché a Londra c'è tutto quello che la vita può permettersi di avere». (p. 10)
*Il Tamigi non ha scenografia consapevole, la faccia che presenta è quella che i secoli hanno fatto, con le ombre e le rughe che nessuno si è mai curato di coprire di cipria. (p. 20)
*[[Venezia]] è un nome, un'atmosfera e un panorama familiare per gli inglesi. Legioni di turisti e drappelli di studenti la conoscono perché ci vanno, da swcoli, ogni anno. E, come immagine importata, è stata resa popolare - se non altro - dalle «vedute» del [[Giovanni Antonio Canal|Canaletto]] e del [[Francesco Guardi|Guardi]] di cui sono ricche le sale della National Gallery a Londra, o del Fitzwilliam Museum a Cambridge, o delle case patrizie affogate nel verde dolcissimo delle ''Home Counties''. Ma non è tutto. Nella capitale c'è anche una contropartita omonima, un quartiere - appunto - che si chiama ''Little Venice''. (p. 22)
*Al pari di altre città famose come [[Parigi]], [[Venezia]], [[Roma]], anche Londra, nonostante le sue proverbiali brume, ha offerto larghi motivi all'arte di molti pittori europei. Tra gli italiani due artisti in particolare vi fecero lunghi soggiorni e si sono distinti nell'esaltarla: [[Giovanni Antonio Canal|Antonio Canal]], detto il Canaletto, e [[Giuseppe De Nittis]]. (dal testo fotografico n. 23)
*Londra è un paradiso per il collezionista e la superficie di questo Eden delle cose vecchie e rare si estende a perdita d'occhio. (p. 53)