Elio Vittorini: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Elio Vittorini==
*[...] Erano di pietra celeste, tutti fichidindia, e quando si incontrava anima viva era un ragazzo che andava o tornava, lungo la linea, per cogliere i frutti coronati di spine che crescevano, corallo, sulla pietra. (da ''Conversazione in Sicilia'')
*Il vento, gli odori. No. Una canzone lontana. Oppure il mio passo sul selciato. Nel buio io non so. Ma so che sono tornato a casa. (da ''Ritorno'', in ''Lunario siciliano'', luglio 1929)
*L'ultimo gesto di [[Socrate]] [...] è il gesto essenziale dell'[[uomo]], in [[Ernest Hemingway|Hemingway]]; e non di auto-distruzione, ma di adempimento: gratitudine estrema, in amaro e noia, verso la vita. (da ''Diario in pubblico'', Bompiani)
*La nostra [[paura]] del peggio è più forte del nostro desiderio del meglio. (da ''Le due tensioni'', a cura di Dante Isella, Il saggiatore)
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*Non proviamo più soddisfazione a compiere il nostro dovere, i nostri doveri… Compierli ci è indifferente. Restiamo male lo stesso. E io credo che sia proprio per questo… Perché sono doveri troppo vecchi, troppo vecchi e divenuti troppo facili, senza più significato per la coscienza. (da ''Conversazione in Sicilia'')
*Ogni morto di [[fame]] è un uomo pericoloso. (da ''Conversazione in Sicilia'', Rizzoli)
*Il vento, gli odori. No. Una canzone lontana. Oppure il mio passo sul selciato. Nel buio io non so. Ma so che sono tornato a casa. (da ''Ritorno'', in ''Lunario siciliano'', luglio 1929)
 
==''Il garofano rosso''==