Ivo Andrić: differenze tra le versioni

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*Il mio defunto padre sentì una volta da šeh-Dedija e raccontò poi a me quand'ero bambino, da che cosa deriva il ponte e come venne eretto il primo ponte del mondo. Quando Allah il potente ebbe creato questo mondo, la terra era piana e liscia come una bellissima padella di smalto. Ciò dispiaceva al demonio, che invidiava all'uomo quel dono di Dio. E mentre essa era ancora quale era uscita dalle mani divine, umida e molle come una scodella non cotta, egli si avvicinò di soppiatto e con le unghie graffiò il volto della terra di Dio quanto più profondamente poté. Così, come narra la storia, nacquero profondi fiumi e abissi che separano una regione dall'altra. [...] Si dispiacque Allah quando vide che cosa aveva fatto quel maledetto; ma poiché non poteva tornare all'opera che il demonio con le sue mani aveva contaminato, inviò i suoi [[angelo|angeli]] affinché aiutassero e confortassero gli uomini. Quando gli angeli si accorsero che [...] al di sopra di quei punti spiegarono le loro ali e la gente cominciò a passare su di esse. Per questo, dopo la fontana, la più grande buona azione è costruire un ponte. (cap. XVI)
*Coloro che detengono il potere, infatti, dovendo opprimere per governare, sono condannati ad agire sensatamente; e se, trascinati dalla passione o costretti dagli avversari, oltrepassano i limiti della ragionevolezza, scendono su una strada lubrica, e con ciò stesso, da soli segnano l'inizio della loro rovina. Coloro che sono oppressi e sfruttati, invece, si servono facilmente sia senno che della stoltezza, poiché questi sono soltanto due diversi tipi della loro arma nella perenne lotta contro l'oppressore, che a volte è subdola, a volte aperta. (cap. V)
 
==''La cronaca di Travnik''==
===[[Incipit]]===
In fondo al mercato di Travnik, sotto la sorgente fresca e gorgogliante del fiume Šumeć, è sempre esistito, da che mondo è mondo, il piccolo Caffè di Lutvo. Ormai neanche gli anziani ricordano Lutvo, il suo proprietario; da almeno cento anni egli riposa in uno dei cimiteri intorno alla città. Tuttavia si va sempre a "prendere un caffè da Lutvo", e così ancora oggi il suo nome ricorre spesso nelle conversazioni, mentre quello di tanti sultani, visir e bey è da tempo sepolto nell'oblio.
 
{{NDR|Traduzione di Dunja Badnjević, Oscar Mondadori, Milano 2007. ISBN 9788804569367}}
 
 
 
==Bibliografia==
*Ivo Andrić, ''Il cortile maledetto'' (''Prokleta Avlija''), traduzione di Jolanda Marchiori, I delfini, Bompiani 1962.
*Ivo Andrić, ''Il ponte sulla Drina'' (''Na Drini Ćuprija''), Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1960.
*Ivo Andrić, ''La cronaca di Travnik'' (''Travnička hronica''), traduzione di Dunja Badnjević, Oscar Mondadori, Milano 2007. ISBN 9788804569367
 
 
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