Mario Tobino: differenze tra le versioni

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*Ogni creatura umana ha la sua legge; se non la sappiamo distinguere chiniamo il capo invece di alzarlo nella superbia; è stolto crederci superiori perché una persona si muove percossa da leggi a noi ignote. (da ''Le libere donne di Magliano'', Mondadori)
*{{NDR|Su un comizio di [[Palmiro Togliatti]]}} Quello che mi incantò fu il suo linguaggio che era insieme popolare, inteso da tutti, eppure ogni motto guardingo, puro italiano, ogni parola specchio esatto di ciò che voleva esprimere, ogni parola giusta a "sollecitare" il cuore e la mente di chi lo ascoltava. La piazza era gremita. Il comizio si svolse in silenzio, acuta in tutti l'emozione. Parlava il capo dei loro nemici, di loro lucchesi, bianchi, come un predicatore, dal pulpito, con calma, un'eco solenne... tale preciso parlare parve anche un omaggio a quel popolo che lì, sotto il piccolo palco, ascoltava e la lingua italiana, il dittaggio, eccome se lo conosceva e lo coltivava, eccome se attraverso i secoli aveva conservato il bel parlare, la lingua italiana. (da ''Tre amici'', Mondadori 1988, p. 134)
*Un essere umano per tanti anni in schiavitù non resiste al soffio, al vento, al bagliore di liberi sentimenti, trova così accecante la luce della fratellanza che ne rifugge, la rifiuta, ne ha paura, non ci crede, non ci vuole credere, più allegro, non gravante, naturale, più felice lo stato di prima, con le catene del lavoro ma senza interrogazioni, senza dover cambiare sentimenti, senza dover rispondere con commozione alla bontà, senza che mai nel proprio volto si debba affacciare la gratitudine, la riconoscenza, la fedeltà. (da ''La ladra'')
 
==''Per le antiche scale''==
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{{NDR|Mario Tobino, ''Per le antiche scale'', I Grandi Romanzi Italiani, Corriere della Sera, 2003.}}
 
==''Il [[figlio]] del farmacista''==
===[[Incipit]]===
Nella [[bottega]] del barbiere il sapone divenuto schiuma si posava sui volti.<br>Il marescialo dava fondo a tutta la sua cultura, alla sua delicata educazione, parlava con [[voce]] forte, sicura, come spiegasse alle reclute il fucile 1891. La bottega, al di fuori delle [[Parola|parole]] del maresciallo, era in silenzio.<br>Il rasoio portava via dai volti l'erto strato di sapone e i piletti che nascono nelle facce degli uomini (benché anche qualche [[donna]] li possieda). Poi il maresciallo in pensione uscì e di fronte c'era casa sua, c'entrò. Il figlio del farmacista cercò di trattenere un lunghissimo sospiro, ma non ci riuscì e infatti cominciò ad uscirgli da un angolo della bocca; quando ebbe finito gli sembrò di star meglio, e per soddisfarsi bene fece un altro sospiro, questo però molto più leggero.
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===[[Incipit]]===
C'è da domandarsi se ogni [[essere]] umano, piomato inparticolari circostanze, non può essere dominato dalla magia, credere a superiori influssi come in antico si imploravano gli déi.<br>Non era bella, anzi brutta, il volto angoloso, quell'[[occhio]] storto in certi [[Giorno|giorni]] di più strabiciava. Era anziana; già due figlie grandi, maritate. Quando venivano a trovarla erano distratte.
===Citazioni===
*Un essere umano per tanti anni in schiavitù non resiste al soffio, al vento, al bagliore di liberi sentimenti, trova così accecante la luce della fratellanza che ne rifugge, la rifiuta, ne ha paura, non ci crede, non ci vuole credere, più allegro, non gravante, naturale, più felice lo stato di prima, con le catene del lavoro ma senza interrogazioni, senza dover cambiare sentimenti, senza dover rispondere con commozione alla bontà, senza che mai nel proprio volto si debba affacciare la gratitudine, la riconoscenza, la fedeltà. (da ''La ladra'')
 
==''Il clandestino''==