Eduardo Galeano: differenze tra le versioni

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*Le cose sono padrone dei padroni delle cose e io non trovo il mio volto nello specchio. Parlo ciò che non dico. Sto, ma non sono. E salgo su un treno che mi porta dove non vado, in un paese esiliato da me. (''Finestra sulla nuca'')
*Veniamo da un uovo più piccolo di una testa di spillo, e viviamo su una pietra che gira intorno a una stella nana e che, contro questa stella, prima o poi, si scontrerà. Tuttavia, siamo stati fatti di luce, oltre che di carbonio, ossigeno, merda, morte e altre cose e, in fin dei conti, siamo qui da quando la bellezza dell'universo ha avuto bisogno di essere vista da qualcuno. (''Finestra sul volto'')
*Sul muro di un locale di Madrid c'è un cartello che dice: "<tt>È proibitoPROIBITO ilIL cantoCANTO flamenco"FLAMENCO</tt>. Sul muro dell'aeroporto di Rio de Janeiro c'è un cartello che dice: "<tt>È proibitoPROIBITO giocareGIOCARE conCON iI carrelliCARRELLI portabagagli"PORTAVALIGIE</tt>. Il che vuol dire che c'è ancora gente che canta e c'è ancora gente che gioca.{{c}}
 
{{NDR|Eduardo Galeano, ''Parole in cammino'', traduzione di M. Trambaioli, Sperling & Kupfer, Milano 2006}}
 
*L'[[utopia]] sta all'orizzonte. Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. Faccio dieci passi e l'orizzonte si allontana di dieci passi. Per quanto cammini, non la raggiungerò mai. A cosa serve l'utopia? A questo: serve a camminare.{{c}}
*Sul muro di un locale di Madrid c'è un cartello che dice: "È proibito il canto flamenco". Sul muro dell'aeroporto di Rio de Janeiro c'è un cartello che dice: "È proibito giocare con i carrelli portabagagli". Il che vuol dire che c'è ancora gente che canta e c'è ancora gente che gioca.{{c}}
 
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