Emanuele Severino: differenze tra le versioni
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*Che parlando ci s'intenda, questo non è mai qualcosa di garantito. (da ''Che cosa fanno oggi i filosofi?'')
*Da quando l'URSS non controlla più le spinte dal basso contro la ricchezza planetaria e alla loro testa si è posto l'Islam, la sopravvivenza del mondo ricco è in pericolo. (da ''La Seconda Guerra Fredda'', ''Corriere della
*È del tutto fuorviante condannare l'«Occidente» e il capitalismo per aver dominato e sfruttato il resto del mondo. I popoli non hanno morale. Se ne è mai visto uno sacrificarsi per un altro? Quando hanno potenza si impongono sui più deboli, come la natura riempie il vuoto. (da ''Due fedi, la stessa crisi'', ''Corriere della
*In quanto destino della necessità, la verità è l'apparire dell'esser sé dell'essente in quanto tale (ossia di ogni essente); e cioè l'apparire del suo non esser l'altro da sé, ossia dell'impossibilità del suo divenir l'altro da sé, ossia del suo essere eterno. L'apparire dell'essente è l'apparire della totalità degli enti che appaiono […] Le parti sono un molteplice. L'apparire di una parte è la relazione dell'apparire trascendentale a una parte di tale totalità […] Ciò significa che esiste una molteplicità di queste relazioni. In questo senso, molteplice non è solo il contenuto che appare, ma anche il suo apparire. (da ''Fondamento della contraddizione'', Adelphi, Milano 2005)
*L'individuo Severino, in quanto ancora abitato dalla volontà di potenza, può cedere a tutte le debolezze cui si abbandonano gli immortali. Ma l'io Severino autentico, che come tutti sta da sempre aperto alla verità, e perciò è qualcosa di infinitamente più grande di Dio, non può avere paura della morte. (dal ''Corriere della
*La [[filosofia]] va necessariamente verso il proprio tramonto, cioè verso la scienza, che tuttavia è il modo in cui oggi la filosofia vive. [...] Tutti possono vedere che la filosofia, su scala mondiale, declina nel sapere scientifico. (da ''Che cosa fanno oggi i filosofi?'')
*La [[morte]] è l'assentarsi dell'eterno. (da ''La legna e la cenere'', Rizzoli)
*La [[scienza]] è una elaborazione di tecniche per raggiungere in modo ottimale certi scopi. [...] Dati certi scopi la scienza indica i mezzi relativamente più idonei per realizzarli; ma non indica quali scopi debbano essere perseguiti. (da ''Che cosa fanno oggi i filosofi?'')
*Ma, si dirà, e la scienza? La scienza è fede?! Sì. Per avere potenza sul mondo, la scienza ha rinunciato da tempo ad essere «verità», nel senso attribuito a questa parola dalla tradizione filosofica. La scienza è divenuta sapere ipotetico. Sa di non essere sapere assoluto («verità», appunto) – e in questo senso non è fede ma dubbio –; tuttavia per aver potenza sul mondo deve aver fede nella propria capacità di trasformarlo; ed è all' interno di questa fede che essa elabora, risolve o conferma i propri dubbi. (da ''Le fedi e la lotta per il potere'', ''Corriere della
*Nascere vuole dire [...] uscire dal niente; morire vuol dire tornare nel niente: il vivente è ciò che esce dal niente e torna nel niente. (da ''Che cosa fanno oggi i filosofi?'')
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