Alexandre Koyré: differenze tra le versioni

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*Un piano assolutamente liscio, una sfera assolutamente sferica, ambedue assolutamente incorruttibili: non sono cose che si trovano nella realtà fisica. Non sono concetti che si deducono dall'esperienza: sono invece concetti che si presuppone possa avere la realtà fisica. Perciò non c'è da meravigliarsi che la realtà dell'«esperienza» non possa concordare interamente con la deduzione Ciononostante la ragione sta dalla parte di-quest'ultima. La deduzione e i suoi concetti «fittizi» ci permettono di comprendere e di spiegare la natura, di porle delle domande, d'interpretarne le sue risposte. Di fronte all'empirismo astrattivo, Galileo rivendica il superiore diritto del matematismo platonico. (cap. I, 4, p. 74)
*Lo storico-agiografo ha, senza dubbio, ragione. Quello che interessa alla posterità è effettivamente la vittoria, la scoperta, l'invenzione. Tuttavia, per lo storico del pensiero scientifico, almeno per lo storico filosofo, l'insuccesso, l'errore, tanto piú l'errore di un Galileo, di un [[René Descartes|Descartes]], sono qualche volta preziosi quanto i loro, successi. Lo sono anzi, forse, di piú. Sono, infatti, assai istruttivi. Ci permettono – talvolta – di cogliere e di comprendere il cammino segreto del loro pensiero. (cap. II, ''La legge della caduta dei corpi (Descartes e Galileo)'', introduzione, p. 81)
*Ciò che Galileo cerca non è una formula in qualche modo descrittiva, formula che gli permetterebbe di calcolare le grandezze osservabili e misurabili del fenomeno della caduta - i suoi «accidenti» - velocità, spazio percorso dal mobile, ecc. Ma proprio il contrario; Galileo è ''già'' in possesso di una tale formula [...]. Egli cerca tuttavia qualcosa di piú; ciò che cerca non è il legame logico o matematico che unisce queste due proposizioni - questo legame evidentemente lo conosce - ma un «principio» fondamentale ed evidente che permetta di dedurre o, come dice Galileo, di «dimostrare» gli «accidenti» del moto della caduta. Si potrebbe concludere, estendendo a Galileo il detto di un fisico moderno, che egli non ha alcuna fiducia in un'osservazione non verificata teoricamente. L'epistemologia galileiana non è positivista. È archimedea. (cap. II, 1, p. 83)
*Non bisogna dimenticare, inoltre, che un pensiero – in generale e nelle epoche di transizione in particolare – può anche essere oscuro e confuso senza essere per questo privo di qualsiasi valore: Ma, al contrario, come ha dichiarato con forza Duhem e come ha ammirevolmente dimostrato Emile Meyerson, proprio nell'oscuro e nel confuso progredisce il pensiero. Il pensiero avanza dall'oscuro al chiaro e non va dal chiaro al chiaro, come voleva Descartes. (cap. II, 1, p. 88)
*Il processo da cui è nata la fisica classica consiste nello sforzo di razionalizzare, in altre parole di geometrizzare lo spazio e di matematizzare le leggi della natura. Si tratta, in verità, del medesimo sforzo, giacché geometrizzare lo spazio non vuol dire altro che applicare al movimento le leggi geometriche. E come – prima di Descartes – si sarebbe potuto matematizzare qualcosa senza geometrizzarla?<br />Inoltre, come abbiamo già ricordato, è piú «naturale», piú «facile», immaginare nello spazio che pensare nel tempo. (cap. II, 1, p. 94)
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==''Lezioni su Cartesio''==
===[[Incipit]]===
Il [[mondo]] incerto<br>Tre secoli - e quali secoli! - ci separano da [[Cartesio]] e dal ''Discorso sul metodo''. Tre secoli sono molto lunghi; lunghi per la [[storia]]; per la [[scienza]], per la tecnica. Molto lunghi per la [[vita]]. Troppo poco per il [[pensiero]] [[Filosofia|filosofico]].<br>La [[filosofia]], ammettiamolo pure, fa pochi "progressi". Essa si occupa di cose semplici, semplicissime. Essa si occupa dell'[[essere]], della [[conoscenza]], dell'[[uomo]].Cose semplici e sempre attuali. Così le risposte date dai grandi filosofi a domande semplici rimangono valide per secoli e anche per migliaia di anni. L' ''attualità'' filosofica si estende quanto la filosofia stessa. E forse non c'è oggi pensiero filosofico più ''attuale'', se si esclude il pensiero di [[Platone]], di quello di Cartesio.<br>Tutti conoscono il ''Discorso'': tutti lo abbiamo letto. La nostra [[memoria]] è piena delle due frasi affascinanti, piene di ironia e di [[saggezza]]. Piene anche di "buon senso" che, piaccia o no a Cartesio, o meglio, conformemente a Cartesio, che è la cosa più rara e preziosa del mondo.
===Citazioni===
*''Il metodo'' cioè ''la via'', è la sola [[via]] che ci possa liberare dall'[[errore]] e ci possa condurre alla conoscenza della [[verità]]. (p. 39)