Alessandro Varaldo: differenze tra le versioni

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*Benché poi si sia data una grande ampiezza alla gloria militare nascente del [[Napoleone Bonaparte|Bonaparte]], da Tolone all'attacco di Oneglia, si può dire che il primo suo vero fatto d'armi di qualche conto e respiro sia stato Vendemmiaio {{NDR|22 settembre ~ 21 ottobre}}. Ma nessuno credeva nel suo genio guerresco, neanche [[Paul Barras|Barras]], che poi se ne vantava. (p. 35)
*[[Jules Michelet|Michelet]], osserva che, oltre il busto di [[Jean-Antoine Houdon|Houdon]], l'unico ritratto rassomigliante del Bonaparte è quello di [[Jacques-Louis David|David]], del 1810: l'Imperatore non vi ha né ciglia, né sopraciglia, pochi capegli castani e gli occhi grigi. (p. 39)
*Fu in quel giorno, undici di giugno, verso il tramonto, che arrivò Desaix all'accampamento di Stradella. Appena avvistato, il Bonaparte gli uscì incontro felice. L'aveva lasciato in [[Egitto]] a malincuore. Lo amava anche perché sentiva di essere amato, d'essere centro nel cuore di Colui, che fu nobile figlio della Rivoluzione, d'una folla di sentimenti, tutta una gamma, dalla simpatia alla fraternità, dalla intuizione all'ammirazione. Il rude [[Jean Baptiste Kléber|Kléber]] aveva detto una volta:<br>- Non bisogna sentire la fedeltà cieca del cane!<br>E Desaix aveva risposto sorridendo:<br>- Io posso permettermelo sono di razza.<br>[[Louis Charles Antoine Desaix|Luigi Carlo Antonio Desaix de Veygoux]] era nato nobile, ma aveva abbracciato la Rivoluzione. Fedele al Re, poco mancò non pagasse con la vita il suo attaccamento. Però il Comitato di Salute Pubblica era formato di fanatici sì, ma di intelligenti. E Desaix fu generale quando Il Bonaparte non lo era ancora. Ma non era vano, e non era avido. E sapeva essere amico. (p. 98-99)
==Bibliografia==
*Alessandro Varaldo, ''Il chiodo rosso'', A. Mondadori Editore, Milano 1943.