Alessandro Varaldo: differenze tra le versioni

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*La ''roulette'' è come la donna: non si può pretendere da lei che quanto può dare. (p. 105)
*[...] c'è un rito del fumo come c'è quello del tè. Le due cose di cielo - secondo i raffinati millenari cinesi - hanno bisogno, per riuscire, di tutta quanta l'attenzione di chi compie il rito, dal gesto delicato al più delicato ancora socchiudere delle labbra. Non si può compierlo parlando: lo si guasta o lo si dissipa, come rompe un'ala di vento la nuvola profumata. (p. 115)
==''Nuove penne dell'aquila''==
 
===[[Incipit]]===
Una bella mattina di primavera dell'anno di grazia 1771: nel bosco di Vincennes, che somigliava a una forestas vergine, di quelle che vedeva, sognandole come una terra promessa, dall'alta poppa del suo vascello, il capitano La Perouse - che idea di cercare altrove ciò che abbiamo in casa! - due mattinieri se ne andavano in compagnia, discutendo animatamente, senza badare più che tanto alla frescura, ai profumi silvestri, al coro dei cantori pennuti, come li chiamava il signor Bernardino di Saint- Pierre (sì, precisamente quello di ''Paolo e Virginia'') o forse godendone, da incosci epuloni, che non badano alle squisite vivande imbandite.
==Citazioni==
*L'uno {{NDR|[[Fernando Galiani]]}} era un piccolo magro, quasi gobbo a prima vista, contraffatto a giudicarlo così ad occhio e croce, più scimmia che uomo in apparenza, gli occhi vivissimi, le mani irrequiete, e saltava più che non camminasse. Vestiva di buon panno, portava parrucca, inforcava l'occhialino e gli stivaloni con la risvolta rossa rivelavano un piede quasi femminile. (p. 9-10)
*L'altro {{NDR|[[Jean-Jacques Rousseau]]}} era un borghese, in apparenza, non grasso, a prima vista goffo: una giacca marrone, delle grosse calze di lana, un farsetto di picchè, delle informe scarpe a punta rotonda e ben difesa da un cerchietto di metallo. Non portava parrucca e i capegli scarmigliati d'uno sperso grigio non vantavano certo parentela col pettine. Rispose, strizzando un rotolo di carte, che agitava come fosse la bacchetta del direttore d'orchestra:<br>- E torto avete mio caro abate. Non c'è salvezza per l'umanità, se non torna alla natura. (p. 10)
*La Senna faceva un gomito e non si scorgeva nemmeno un tetto: gli alberi, alti, fronzuti e nodosi, circondavano uno spiazzo, donde giungevano grida fanciullesche, in tono gaio, frammiste a proteste e fischi: una specie di sommossa in miniatura.<br>- Eccovi degli esemplari al naturale, [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]], - disse [[Fernando Galiani|Galiani]]. - Convincetemi o convincetevi. (p. 13)
*Gian Giacomo Rousseau fissava il rossore del tramonto che accendeva le torri di Notre Dame, e non parlava. Ad un tratto starnutì.<br>- Ecco, - malignamente commentò il Galiani, - che cosa vuol dire mettere in pratica la propria filosofia e non portar la parrucca. Vi buscate un raffreddore e il barcaiolo vi prenderà per il mio servo fedele. Amico Gian Giacomo, scuotetevi di dosso la filosofia, e tornate alla musica! Vi farò un bel libretto e metteremo in burletta anche [[Socrate]], se vorrete! (p. 18)
*Benché poi si sia data una grande ampiezza alla gloria militare nascente del [[Napoleone Bonaparte|Bonaparte]], da Tolone all'attacco di Oneglia, si può dire che il primo suo vero fatto d'armi di qualche conto e respiro sia stato Vendemmiaio {{NDR|22 settembre ~ 21 ottobre}}. Ma nessuno credeva nel suo genio guerresco, neanche [[Paul Barras|Barras]], che poi se ne vantava. (p. 35)
*[[Jules Michelet|Michelet]], osserva che, oltre il busto di [[Jean-Antoine Houdon|Houdon]], l'unico ritratto rassomigliante del Bonaparte è quello di [[Jacques-Louis David|David]], del 1810: l'Imperatore non vi ha né ciglia, né sopraciglia, pochi capegli castani e gli occhi grigi. (p. 39)
 
==Bibliografia==
*Alessandro Varaldo, ''Il chiodo rosso'', A. Mondadori Editore, Milano 1943.
*Alessandro Varaldo, ''Nuove penne dell'aquila'', A. Mondadori Editore, Milano 1935.
 
[[Categoria:Scrittori italiani|Varaldo, Alessandro]]