Vittorio Paliotti: differenze tra le versioni

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==''[[Santa Lucia da Siracusa|Santa Lucia]]''==
===[[Incipit]]===
C'è un punto sul quale tutti gli studiosi della musica [[Popolo|popolare]] sono d'accordo ed è il seguente: la prima canzone moderna in lingua italiana è, a parte gli inni risorgimentali, quella che s'intitola «Santa Lucia» e che, attraverso immagini più o meno oleografiche, esalta e glorifica l'omonimo lembo della riva di [[Napoli]]. Stranissima, in [[verità]], la vicenda di questa canzone. Concepita inizialmente in dialetto napoletano, non ebbe altra sorte se non quella di venir stampata su foglietti volanti e di essere intonata in cori di spiaggia, ma quando di lì a un paio d'anni, giusto nel 1850, [[Enrico Cossovich]], un colonnello di marina che si dilettava di [[poesia]] e di giornalismo, ebbe l'[[idea]] di volgerla in italiano, il suo successo fu immenso: merito anche della accattivante musica di [[Teodoro Cottrau]]. Non solo «Santa Lucia» dilagò in tutta la penisola ma anche in gran parte d'[[Europa]]. Consacrata ai carillon delle scatole-souvenir che ogni frettoloso viaggiatore acquistava a Napoli, la canzone venne perfino adottata come [[inno]] [[Liturgia|liturgico]] dagli [[Svezia|svedesi]]. I suoi versi iniziali divennero, e rimangono, a dir poco [[Celebrità|celebri]]: <br>''Sul [[mare]] luccica<br>l'astro d'[[argento]];<br>placida è l'onda,<br>prospero il [[vento]].<br>Venite all'agile<br>barchetta mia.<br>Santa Lucia!<br>Santa Lucia!
===Citazioni===
*«Santa Lucia vi conservi la vista», ripete da secoli, il mendicante napoletano che tende la [[mano]] sugli angoli delle [[Via|strade]], e dà con quella frase la misura esatta del significato in cui è tenuta a Napoli la «facoltà di vedere», un [[bene]] primario che costituisce la [[ricchezza]] estrema dei poveri e la sanità ultima degli ammalati. (p. 9)