Annemarie Selinko: differenze tra le versioni
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*Ogni tanto Giambattista invitava dei professori di [[Germania|Gottinga]] che cercavano, in uno spaventoso francese, di spiegarci le loro [[teoria|teorie]]. Uno di essi una volta ci lesse in tedesco un dramma scritto dall'autore di quel [[romanzo]] da comodino, il «Werter» che noi, nei tempi andati, avevamo divorato. Questo poeta si chiama [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]], e io facevo dei segni a Giambattista perché facesse finire quel martirio. Noi intendiamo troppo poco il tedesco. (p. 343-344)
*Prima mi hanno fatto scuola le monache - pensai - poi hanno arrestato o cacciato le monache e ci hanno detto, a noi bambini, che [[Dio]] non esiste e che esiste soltanto la [[Ragione]]. Dovemmo adorare questa Ragione e [[Maximilien de Robespierre|Robespierre]] lefece financo erigere degli altari. Poi venne un tempo nel quale nessuno si occupò della nostra [[fede]], e ciascuno poteva credere quello che gli garbava. Quando [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] diventò Primo Console, ci furono un'altra volta dei preti che giurarono [[fedeltà]] non alla Repubblica, ma alla Sacra Romana [[Chiesa]]. Da ultimo Napoleone costrinse il Papa a venire da [[Roma]] a [[Parigi]] per incoronarlo e introdusse di nuovo la [[religione]] cattolica nelle scuole dello [[Stato]]. Adesso ecco che lui fa insegnare nelle scuole un Componimento del Catechismo. (p. 346-347)
*Alcuni giorni dopo mi rallegravo con Giambattista, per il nostro concerto, che il musicista di [[Vienna]] avrebbe diretto. Monsieur [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]] è un ometto bassotto con la più disordinata capigliatura che mai sia comparsa alla nostra mensa. La sua faccia è tonda e abbronzata dal [[sole]]: è butterato dal vaiuolo; ha il naso schiacciato e gli [[Occhio|occhi]] sonnacchiosi. Solo quando gli si rivolge la [[parola]], quei suoi occhi assumono un'espressione intenta e non si staccano più dalle labbra di colui che parla. Poiché sapevo che il poveretto era duro d'orecchi, quasi gli urlai che ero molto lieta della sua visita. Giambattista gli
{{NDR|Annemarie Selinko, ''Désirée'' (''Désirée''), traduzione di Carlo Piccino, Gherardo Casini Editore, [[Roma]] 1952.}}
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