Paolo Sylos Labini: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*Per venire ai commenti specifici, sulla [[giustizia]] e sulla crisi da cui oggi è investita gioca soprattutto l'eterogeneità ideologica e [[politica]]. In tempi recenti si è fatta strada l'[[idea]] perniciosa che non esiste e non può esistere una giustizia « obiettiva », che l'elemento ideologico è inevitabilmente presente in tutti gli uomini in quanto animali sociali e quindi anche nei giudici; così stando le cose, è necessaria una « scelta di campo », anche nell'amministrare la giustizia.<br>Come tutte le idee perniciose, anche questa ha una parte di [[verità]]. In quanto membro di una società ed anzi in quanto membro di una classe o di una categoria sociale, ciascuno di noi non può andare esente da condizionamenti ideologici. Ma se la rigorosa obiettività non è possibile, un [[uomo]] civile e soprattutto [[giudice]] deve rifuggire dal bieco settarismo, deve fare ogni sforzo per tenere sotto controllo le sue preferenze ideologiche e cercare di essere intellettualmente [[Onestà|onesto]]. Viceversa, oggi nella magistratura non sono più eccezioni coloro che si arrendono all'idea del fatale predominio dell'elemento ideologico: né sono pochi - è terribile a dirsi - coloro che per [[amore]] di carriera entrano in turpe commercio con influenti uomini politici e, nei fatti, si mettono al loro servizio usando la giustizia penale come [[arma]] di ricatto o di persecuzione per togliere di mezzo certe persone in lotte economiche e politiche condotte senza esclusione di colpi. Infine, nel preoccupante quadro della giustizia italiana, troviamo anche, come effetto della rapidissima e tumultuosa espansione delle classi medie, magistrati, fortunatamente non numerosi, che si comportano come liberti, i quali, per dar prova della promozione sociale e della raggiunta indipendenza rispetto agli antichi signori, incriminano uomini di grande notorietà e di elevata posizione sociale non solo quando commettono reati (il che è sacrosanto), ma anche quando gl'indizi sono labili e pretestuosi e si tratta, come poi spesso risulta dopo lunghe e penose vicende, d'intemerati gentiluomini. A volte una tale condotta si combina con quel turpe commercio di cui parlavo poco fa - il liberto perde il pelo, ma non sempre perde il vizio. (p. 36-37)
 
 
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[[Categoria:Scrittori italiani|Sylos Labini, Paolo ]]
[[Categoria:Economisti italiani|Sylos Labini, Paolo ]]