Gaio Lucilio: differenze tra le versioni

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:''Consilium summis hominum de rebus habebant...<br />quo populum atque urbem pacto servare potisset<br />amplius romanam...<br />si non amplius, at lustrum protolleret unum...<br />munus tamen fungi et muros servare potisset.''
 
*{{NDR|Si può ipotizzare che a parlare per primo sia Giove, padre degli déi e possibile "presidente" della medesima seduta.}}<br />'''Giove''': O abitanti del cielo, dalla vostra assemblea vorrei sapere ciò di cui discutete da tempo.<br />Vorrei, dico, che ci fossimo riuniti a consiglio prima!<ref>Giove esprime i suoi amari rimorsi per il suo ritardo nel riunire l’assemblea, essendo consapevole del fatto che in quel mentre la situazione di Roma sta precipitando. L’estrema umanità degli déi, propria della religione greco-romana, si manifesta anche nei vincoli imposti dal tempo (vedi ''priore''/prima) indistintamente ai mortali e agli immortali; cosa, questa, non propria del paradiso cristiano, per esempio.</ref> (libro I; 1830)
:'''''Iuppiter''''': ''Vellem consilio vestrum quod dicitis olim,<br />Caelicolae. Vellem, inquam, adfuissemus priore<br />consilio.'' (libro I; 1830)
 
*{{NDR|Per bocca di Apollo, Lucilio deride il titolo di "pater" che si suole attribuire indistintamente a tutti gli dèi.}}<br />'''Apollo''': Non c’è nessuno di noi che non sia o l’ottimo padre degli déi<br />o il padre Nettuno o il padre Libero o il padre Saturno o il padre Marte,<br />Giano, Quirino, e non venga chiamato con questo nome. (libro I; 1968)
:'''''Apollo''''': ''Nemo sit nostrum quin aut pater optimus Divum,<br />aut Neptunus pater, Liber, Saturnus pater, Mars,<br />Ianus, Quirinus pater siet ac dicatur ad unum.''
 
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*{{NDR|Quinto Muzio Scevola Augure,<ref>All'epoca dell'evento narrato (121 a.C.), Scevola era pretore ad Atene. Rientrerà a Roma l'anno successivo per difendersi dall'accusa di estorsione, rivoltagli dallo stesso Albucio (per motivi personali: l'evento narratoci da Lucilio è solo uno di una lunga serie di incidenti, che deterioreranno i rapporti tra i due). Riconosciuto innocente, sarà console nel 117 a.C. (vedi [[Wikipedia:it:Quinto Muzio Scevola (console 117 a.C.)|Quinto Muzio Scevola (console 117 a.C.)]] in Wikipedia)</ref> mentr'era pretore ad Atene, incontrò Tito Albucio e lo salutò in greco, come se l’amico non fosse più cittadino romano e non comprendesse più il latino.}} <br />'''Quinto Muzio Scevola Augure''': O Albucio, tu hai preferito essere detto greco, invece che romano o sabino,<br />concittadino di Ponzio<ref>Cittadino di probabili origini sannitiche.</ref>, di Tritano<ref>Uomo di forza erculea, di probabili origini sannitiche.</ref>, concittadino di centurioni,<br />di uomini insigni, di primipili<ref>Il ''primus pilus'' è il capo di tutti centurioni che operano all'interno della sua legione.</ref> e di alfieri<ref>Il ''signifer'' è il portainsegne romano.</ref>.<br />Perciò ad Atene, al tempo che ero pretore<ref>Il ''praetor'' era un magistrato romano. Era investito di un pieno potere in ambito militare (detto ''imperium''), ma il suo ruolo più importante era svolto in materia giuridica: doveva impostare in termini giuridici le controversie, correggere e colmare le lacune dello ''ius civile'', presiedere ai processi penali, supplire ai consoli assenti in Roma, sovrintendere talvolta alle manutenzioni delle reti idriche della capitale. (vedi [[Wikipedia:it:pretore (storia romana)|pretore]] in Wikipedia)</ref>,<br />visto che tu lo preferivi, quando ti sei presentato a me, ti ho salutato in greco:<br />«Χαῖρε<ref>''Χαῖρε'' è il corrispondente greco per il saluto latino ''vale!'' (Salute a te!/Stammi bene!).</ref>, o Tito.». E i littori<ref>Il ''littor'' era tutore dell'ordine ed era soprattutto assegnato alla difesa personale degli alti magistrati.</ref> e tutta la coorte<ref>La ''cohors'', secondo la riforma dell'esercito di Gaio Mario, consta di tre manipoli, dei quali uno di ''hastati'', un secondo di ''principes'', e un ultimo di ''triarii'', per un totale di 600 uomini.</ref> e la folla:<br />«Χαῖρε, o Tito.». Fu da quel momento che Albucio mi divenne nemico, da allora mi fu avversario. (1968)
:'''''Quintus Mucius Scaevola Augur''''': ''Graecum te, Albuci, quam Romanum atque Sabinum,<br />municipem Ponti, Tritani, centurionum,<br />praeclarorum hominum ac primorum signiferumque,<br />maluisti dici. Graece ergo praetor Athenis,<br />id quod maluisti, te, cum ad me accedis, saluto:<br />«Χαῖρε<ref name=gr>Lucilio, abusando di termini greci, attira contro di sé gli strali di [[Orazio]] (al proposito c.f.r. Orazio, ''Saturae'', 1, 10, 20-23).</ref>, - inquam - Tite!». Lictores, turma omnis chorusque:<br />«Χαῖρε, Tite!», hinc hostis mi Albucius, hinc inimicus.'' (libro incerto; citato in Cicerone, ''De finibus bonorum et malorum'', 1, 9)
 
==Citazioni su Gaio Lucilio==