Anthony Clifford Grayling: differenze tra le versioni

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*La [[lealtà]] è una virtù, ma solo quando si basa su dei principi. La lealtà concessa senza riserve a una causa, a una fede o a un individuo è cosa negativa, perchè per sua stessa natura viene con troppa facilità trasformata in uno strumento per agire male; anzi, poichè le istruzioni seguite ciecamente risultano potenziate, amplifica il male. (p. 73)
*La cecità di chi cade preda della demagogia [[nazionalismo|nazionalista]] è sorprendente. (p. 103)
*Gli apologeti potrebbero affermare che, se il [[cristianesimo]] non fosse diventato la religione ufficiale dell'impero romano, oggi non ammireremmo le meravigliose Annunciazioni e Crocefissioni dell'arte rinascimentale. D'altra parte, a fronte della sanguinosa storia cristiana - basti pensare alle crociate, all'[[Inquisizione]], alle guerre di religione, alle streghe annegate o bruciate alla morale oppressiva e all'ostilità verso il [[sesso]] -, questa sembra una piccola perdita. (p. 127)
*Il ragionamento che nega la natura oppressiva del [[consumismo]] - sostenendo che i consumatori in realtà sono felici, che il consumo è fonte di soddisfazione e dà significato alla vita - è robusto. D'altra parte è difficile resistere all'idea che, se la [[felicità]] fosse davvero tutto ciò che conta, potremmo raggiungerla, nella stessa intensità ma in modo rapido ed economico, introducendo negli acquedotti una droga adatta allo scopo. Senza contare che quel ragionamento ignora un'intuizione così familiare da essere stata per molto tempo la quintessenza del cliché, e cioè che tutte le cose che vale davvero la pena avere nella vita, come la generosià[[generosità]], la [[saggezza]] e gli affetti umani, non sono in vendita nei centri commerciali. (p. 184)
 
{{NDR|Anthony Clifford Grayling, ''Il significato delle cose'', Il Sole 24 Ore, Trento 2007}}