Carolina Invernizio: differenze tra le versioni

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'''Carolina Maria Margaritta Invernizio''' (1851 – 1916), scrittrice italiana.
 
===''Rina, o l'angelo delle Alpi''===
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Peccatrice moderna''[[Incipit]]===
Quando l'avvocato Bruno Sigrano ebbe messa al posto la sua elegante valigia nel vagone di prima classe del diretto che parte da [[Torino]] alle quindici per [[Genova]], ridiscese per intrattenersi quei dieci minuti che ancora mancavano alla partenza con la [[moglie]] ed i figli, un maschietto di cinque anni, Ottorino, ed una graziosa bimba di tre, Mina, tenuti per mano dalla governante.<br>L'avvocato Sigrano, che godeva di una [[fama]] considerevole e che a quarant'anni era sempre un bell'[[uomo]], dalla statura erculea, col volto bronzino, gli [[occhio|occhi]] neri e scintillanti, ma soavi, affettuosi, buoni, aveva sposato otto anni prima la contessina Sultana Flaminio, incontrata ad una festa da ballo campestre, e della quale si era subito innamorato.
 
===''Rina, o l'angelo delle Alpi''===
Qual è l'italiano che non si senta balzare il [[cuore]] in petto alla vista delle Alpi, e non provi la stessa commozione di chi giunge per la prima volta in riva al [[mare]]? Non formano difatti questi monti il limite e la rocca d'[[Italia]]? Non furono essi insanguinati dagl'invasori della nostra [[patria]]? Eppoi, che cosa si vorrebbe trovare di più bello, di più poetico, di questa grandiosa opera del Creatore? Quivi vaghe pendici e floride vallate, amene rive di fiumi, effetti pittoreschi d'[[acqua]] e di luce, stupende sinuosità, contrasti di alte cime e di placidi gioghi, di [[Neve|nevi]] e di fiori: quivi una popolazione buona, tranquilla, religiosa, intelligente, amante del [[lavoro]], che non trova altro diletto che fra i suoi monti, sotto la volta del suo bel [[cielo]] e nelle rozze sue capanne.
 
===Citazioni===
*[[Lisbona]] è una delle [[città]] più belle del [[mondo]], specialmente per la sua giacitura. Sorge essa a guisa di anfiteatro su poggi e colli, lungo la riva destra del Tago, e questo largo fiume, dalle arene d'[[oro]], porge alla capitale del [[Portogallo]] uno dei nobili, vasti e sicuri porti interni che sianvi, il quale può contenere tutte le armate navali dell'[[Europa]]. (II Volvol. II, p. 29)
 
==[[Incipit]] di alcune''Peccatrice operemoderna''==
Quando l'avvocato Bruno Sigrano ebbe messa al posto la sua elegante valigia nel vagone di prima classe del diretto che parte da [[Torino]] alle quindici per [[Genova]], ridiscese per intrattenersi quei dieci minuti che ancora mancavano alla partenza con la [[moglie]] ed i figli, un maschietto di cinque anni, Ottorino, ed una graziosa bimba di tre, Mina, tenuti per mano dalla governante.<br>L'avvocato Sigrano, che godeva di una [[fama]] considerevole e che a quarant'anni era sempre un bell'[[uomo]], dalla statura erculea, col volto bronzino, gli [[occhio|occhi]] neri e scintillanti, ma soavi, affettuosi, buoni, aveva sposato otto anni prima la contessina Sultana Flaminio, incontrata ad una festa da ballo campestre, e della quale si era subito innamorato.
 
==Altri progetti==