Olga Visentini: differenze tra le versioni

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*L'affiorare della [[coscienza]] si fonde al rivelarsi delle cose. (p. 79)
*« Io ero nato per fare il maestro di scuola a segno che quando vedo una stanza, quattro banchi e un tavolino, mi sento rimescolare! »<poem></poem>Questa passione palpita in tutto il [[Edmondo De Amicis|''Romanzo d'un maestro'']], ne costituisce l'essenza pur attraverso la pittura dei più svariati tipi d'insegnanti, d'ispettori, di assessori, di scolari che ci sfilano davanti, secondo la maniera e il gusto dello scrittore: una moltitudine come nel volume [[Edmondo De Amicis|''Gli amici'']] che egli rievoca « frugando in ogni angolo del nostro [[cuore]] ». (p. 81)
*A temperare l'asprezza di [...] di giudizi sorge un poeta, [[Giovanni Cena]]: « Forse i deboli non si fortificano leggendo il [[Edmondo De Amicis|''Cuore'']], ma i forti diventano [[Generosità|generosi]]. Non si raggiunge qualche efficacia nel combattere la crudeltà e l'egoismo che sono nella nostra natura, e che appaiono, malgrado la nostra [[viltà]], nei fanciulli e negli adulti, se non eccitando insistentemente le nostre facoltà di emozione sociale, già così scarse, i nostri impulsi di tolleranza e di fratellanza ». (p. 83)
 
==Bibliografia==
*Olga Visentini, ''L'ulivo sotto la neve'', Editrice «La Sorgente», Milano, 1955.