Cristina Donà: differenze tra le versioni

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* Fantastico. Con tanta confidenza eppure tanto vulnerabile, l’album è ricco di suoni che riconosco: il sognante romanticismo di Kate Bush, gli incantesimi della sacerdotessa dell’arte Patti Smith, la capacità di melodie ariose di [[Joni Mitchell]], la potente risacca dei [[Black Sabbath]] (o forse dei Nirvana) – eppure è anche originale, l’opera di un’artista che sta trovando la propria voce. Tanti i momenti memorabili offerti dagli arrangiamenti, alcuni divertenti e altri che ti arrivano al cuore. Devo dire sinceramente che mi capita di rado, quando ascolto un artista italiano, di chiedermi perché non sia ancora una star negli Stati Uniti (siamo un popolo di provinciali a noi piacciono in inglese, le canzoni) ma con Cristina Donà, me lo chiedo. «Fantastic. Completely self-assured, but also vulnerable. It's full of sounds I recognize, the dreamy romanticism of Kate Bush, the art priestess incantantions of Patti Smith, the airy melodicism of Joni Mitchell, the heavy undertow of Black Sabbath (or maybe Nirvana), but it's also original, or at least the work of an artist coming into her own voice. The arrangements are full of memorable touches, some funny and some pulling hard at your heart. Honestly, I rarely hear an Italian artist and wonder why he or she isn't a star in the United States (we're a provincial people; we like our songs in English), but with Cristina Donà, I wonder.» (Recensione dell'album ''Tregua'' di Joe Levy, ''Rolling Stone'', marzo 2008)
 
* Cristina Donà è la più grande cantautrice italiana e lo è suo malgrado. Perché, come accade a certi grandi artisti, se all'origine dell'espressione creativa non ci fosse un'esigenza profonda di verità su se stessi e sulla vita che si vive, la loro natura li avrebbe condotti ad altre occupazioni, forse più semplici e tranquillizzanti. E, invece, scrivere canzoni e cantare per Cristina Donà ha a che fare con un desiderio insopprimibile di ''vederci'' chiaro e di capire come debba essere vissuta questa vita che sembra scapparci da tutte le parti. (Stas' Gawronski, critico letterario, dal sito di RaiLibro [http://www.railibro.rai.it/articoli.asp?id=719]- 2006)
* Dimenticate gli stereotipi del pop italiano con l'imbarazzante melassa operistica, la Donà è una cantautrice sottile, sensibile [...]. È anche una signora capace di scrivere canzoni intrise di gentile malinconia e memorabili arie [...]. Donà sa essere furba, triste e divertente, spesso nella stessa canzone. I curiosi non verranno delusi. «Banish all stereotypes of italian pop and its cheesy operatics, Donà is a subtle, sensitive singer-songwriter [...]. She's also a mistress of gentle melancholy and naggingly memorable tunes [...]. Donà can be smart, sad and funny, often in the same tune. Curious punters won't be disappointed» (John Bungey, recensione sulla rivista musicale Mojo, ottobre 2004)