Georges Bizet: differenze tra le versioni

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==Citazioni==
*Beato te, che puoi infischiarti dell'ostracismo dell'Opéra e sei capace di far tutto. Io, altro che per il teatro, non so far nulla. (Georges Bizet, a [[Camille Saint-Saëns]]; citato in: [[Giulio Confalonieri]], ''La storia della musica'', Edizioni Accademia, Milano 1975.)
*[...] vorrei già esser tornato; son tre giorni che ho lasciato la mia [[città]] e debbo spenderne quasi mille senza più rivederla. (Georges Bizet da un viaggio in Italia,; citato in [[Giulio Confalonieri]], ''La storia della musica'', Edizioni Accademia, Milano 1975.)
 
==Citazioni su Bizet==
*Per la ventesima volta ho ieri assistito al capolavoro di Bizet e ancora l'ho udito con la stessa gentile reverenza. Mi sorprende di poter così vincere la mia impazienza. Ma guardare come un'opera siffatta integri la [[natura]] di un [[uomo]]. Essa è malvagia, perversa, raffinata, fantastica, eppure avanza con passo leggero e composto; la sua raffinatezza non è quella di un individuo, bensì di una razza. Si sono mai uditi sulla scena accenti più tragici, più dolorosi? E come sono ottenuti? Senza smorfie, senza contraffazioni di alcun genere, in piena [[libertà]] dalle [[Bugia|bugie]] del "grande stile". Io mi sento diventar migliore quando questo Bizet mi parla. Il mio udito si sprofonda in quella musica; ne percepisco le origini; mi par di assistere alla sua nascita e tremo davanti ai pericoli che ci accompagnano a qualunque audacia; mi trovo incantato dai felici ritrovamenti che Bizet stesso ignora. Sopra quest'opera la fatalità sta sospesa; la [[felicità]] di essa è corta, fulminea, e non conosce dilazioni. Io invidio a Bizet il [[coraggio]] di questa sua sensibilità eccezionale, che prima di adesso non aveva trovato mezzo per esprimersi nella musica colta d'[[Europa]]; il coraggio di questa sensibilità meridionale, brunita, arsa dal [[sole]]... Ah finalmente l'[[amore]], l'amore ricondotto indietro verso la natura!... L'amore come [[destino]], come un destino cinico, innocente, crudele, l'amore esatto nella sua forma natura. Io non conosco altro esempio dove la tragica ironia che costituisce il nocciolo dell'amore sia stata espressa con tale severità, con formula così terribile come nell'ultimo grido di José: ''Oui, c'est moi qui l'a tuée, Carmen, ma Carmen adorée...''. ([[Friedrich Nietzsche]], citato in : [[Giulio Confalonieri]], ''La storia della musica'', Edizioni Accademia, Milano 1975.)
 
==Bibliografia==
*Giulio Confalonieri, ''La storia della musica'', Edizioni Accademia, Milano, 1975.
 
==Altri progetti==