Fausto Bertinotti: differenze tra le versioni

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*'''Bruno Vespa''': A quando l'abolizione della proprietà privata? <br> '''Bertinotti''': Ne riparliamo fra cinquecento anni! (da ''Porta a Porta'', 2006)
*{{NDR|Commentando i fatti d'Ungheria in un viaggio a Budapest il 10 ottobre 2006}} [Si può continuare a dirsi comunisti] per tigna, mi verrebbe da dire. Ma finché ci sono oppressi e oppressori c'è l'idea che gli oppressi ce la possano fare. Non fa decadere l'idea comunista la tragedia del suo rovesciarsi in regime. (citato in [http://qn.quotidiano.net/art/2006/10/10/5439943 ''Bertinotti a Budapest: La democrazia non può essere imposta''], [[Quotidiano.net]], 10 ottobre 2006)
*In [[Italia]] ci vorrebbe una dittatura di [[Rifondazione Comunista]]! Temo però che questo non sarà possibile. (da ''Otto e mezzo'', 10 ottobre 2006)
*{{NDR|Alla domanda «Ma lei cosa pensa di [[Marco Travaglio]]?»}} Non nominatemelo. Perché a sentire il suo nome mi viene l'orticaria. [...] Come persona è distante da me, dal mio modo di ragionare. Insomma, non condivido il suo metodo di polemizzare con le persone. Forse perché non amo, in genere, quando ci si muove in un contesto di giustizialismo. In questo modo ci si mette su un percorso molto lontano dalla mia cultura garantista [...] ogni volta che qualcuno si autoinveste del ruolo di censore, di moralizzatore, rischia di fare più danni di chi poi si vuole condannare. (da un'intervista al ''Corriere della Sera'' del 10 maggio 2005: citato in Quadrifoglioweb, ''[http://www.quadrifoglioweb.it/articolo.asp?ID=882 Bertinotti: "Travaglio? mi fa venire l'orticaria"]'')
*Attraverso i suoi lavori [[Ingmar Bergman|Bergman]] ci lascia la testimonianza di una capacità straordinaria di indagare a fondo e senza condiscendenze sui grandi interrogativi etici legati alla condizione umana; sulla complessità e spesso sull'asprezza delle relazioni interpersonali; sulla forza della dimensione del sogno e della memoria come strumento di conoscenza e di interpretazione della realtà. Il suo rigore formale e la sua passione hanno contribuito a costruire l'identità stessa dell'espressione cinematografica e a declinarne i tratti più alti e peculiari. (Roma 30 luglio 2007 (''Adnkronos''), dal messaggio inviato alla famiglia Bergman per la scomparsa del regista)