Glyn Daniel: differenze tra le versioni

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==''L'idea della preistoria''==
===[[Incipit]]===
La nebbia e il diluvio<br>
Il primo a usare la [[parola]] preistoria sembra sia stato [[Daniel Wilson]]. Lo fece giusto un centinaio di anni fa, nel 1831, col titolo del suo [[libro]] ''The Archaelogy and Prebistoric of Schotland''. Nella prefazione alla seconda edizione, apparsa dodici anni dopo, Wilson fa riferimento alla « adozione del termine ''preisiorico'' effettuata - se non erro - per la prima volta in quest'opera ».
 
===Citazioni===
*La classica definizione del razzismo è quella del [[Joseph-Arthur de Gobineau|conte de Gobineau]] che tra il 1835 e il 1857 scrisse un saggio sulla ineguaglianza delle razze umane (''Essay on the Inequality of Human Races''). Gobineau era francese. Egli in sostanza sviluppò le [[Idea|idee]] del conte de Boulainvilliers, il quale sosteneva che i nobili di [[Francia]], i superstiti dell'aristocrazia feudale, erano gli ultimi discendenti dei Germani - i barbari teutonici che avevano invaso l'Impero Romano - mentre la plebe francese era plasmata in una creta razziale del tutto differente. (p. 121-122)
*Egli affermava che la speranza della sola Francia, era riposta - come sempre lo era stata - presso i biondi Teutoni, presso quelle genti che ora lui chiamava ''Ariani''. Era moda corrente chiamarli così; ma ciò che egli intendeva, naturalmente, sia pure in modo impreciso, era quello che i cultori odierni di antropologia fisica designano col nome di ''razza nordica''. (p. 122)
*Ciò ch'è veramente interessante riguardo al conte de Gobineau è il fatto ch'egli non andava predicando una dottrina nazionalista di preistoria razziale. Il suo tema era internazionale e aveva uno scopo pan-europeo. ([[Glyn Daniel]], ''L'idea della preistoria, traduzione di Piero Monaci, Sansoni 1968, p. 123.)
*Gobineau era francese, ma i Tedeschi non tardarono ad adottare le sue concezioni razziali o una modificazione di esse. [[Richard Wagner]] giudicò eccellente l'opera di Gobineau e rese popolari in [[Germania]] i suoi scritti. (p. 124)
*Le arti o gli studi letterari, per definizione, trattano dell'uomo come di un animale civilizzato: come l'unico animale, in effetti, fornito di una cultura, di un cotrpocorpo trasmissibile di idee, di usanze, di credenze e di pratiche basato su quel principale agente di trasmissione ch'è il linguaggio e - negli ultimi pochi millenni della sua esistenza - su quell'altro agente di trasmissione culturale ch'è la parola scritta. (p. 137)
*Vi sono [...] due modi abituali di usare la [[parola]] [[scienza]]. Può significare [[conoscenza]] e può significare conoscenza della [[natura]]. Vi è, però, un terzo modo di usare la parola scienza e particolarmente l'aggettivo « scientifico », applicato al metodo. (p. 139)