Andrea Lo Forte Randi: differenze tra le versioni

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'''Andrea Lo Forte Randi''', pseudonimo di '''Francesco Enotrio Ladenarda''' (1845 – 1915), scrittore italiano.
 
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Queste righe furono scritte dopo la morte del Rapisardi; il che attesta l'equanimità, il disinteresse, la sincerità.
 
Dobbiamo ricordare che il decreto di nomina a professore a M. Rapisardi venne firmato dall'allora ministro della P. I., [[Francesco De Sanctis]], principe dei critici italiani dell'800. Ricordiamolo pure; giacché tale nomina, accordata in un periodo di selvaggia lotta fatta al Poeta, ha un suo significato.
 
«Mi hanno insidiato la fama l'onore, la pace; m'insidiano ora la cattedra, il pane»; scriveva nell'83 all'amico [[Calcedonio Reina]]; ma il suo animo non si lasciò mai piegare:''«Mi ridurranno alla povertà e alla miseria, non alla menzogna e alla viltà».''
 
Ma che ! " Voi solo — gli scrive [[Arturo Graf]] dopo la lettura del " Giobbe " — in mezzo a tanta sciatteria e vigliaccheria tornate pur sempre con la mente ai grandi dolori, alle grandi lotte, alle faticose fortune dell' umanita, e tessete il verso di lacrime e di grida di ribellione e di canti di trionfo. Lasciate i rospi diguazzare e gracidare nella pozzanghera: lasciate che sputino la bava ond' hanno pieno il corpo! Il poeta d'Italia siete voi. Anzi, non pure d'Italia, ma un poeta voi siete dell'umanità; e coi dolori e con le speranze della umanità a cui li avete sposati, rimarranno i vostri versi, quando di quelli degli altri sarà spenta perfino la memoria ".
 
{{NDR|Andrea Lo Forte Randi, ''Lettera aperta a Benedetto Croce'', G. Pedone Lauriel, Palermo 1915, di FR.}}