Nicola Santamaria: differenze tra le versioni

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*Chi disse che la [[vita]] è una [[guerra]], e che la vita è una lotta, affermò un paradosso, o se disse il vero, lo disse nel senso di constatare un fatto, ma non già di approvarlo e chiamar [[piacere]] il [[dolore]] e dolore il piacere. (p. 23)
*L'elettore subisce tutte le influenze e spesso le meno [[Onestà|oneste]]; anzi le meno oneste a preferenza delle altre. (p. 24)
*C'è sempre una parte di elettori che vota pel più forte dei candidati, e il più forte candidato è quello, al partito del quale l'ufficio definitivo appartiene; gli [[Amico|amici]] diventano da coraggiosi audaci; i nemici da prudenti vigliacchi addirittura. La genesi è questa: in principio stanno la presunta testa dell'elettore, che vuole Tizio invece di Caio, ed un pezzo di carta che si chiama scheda; poi la testa comanda alla [[mano]] di scrivere, e la mano per mezzo di una penna intinta d'inchiostro verga su la carta il nome preferito: poi questo pezzo di carta va all'urna misteriosa insieme a cento, a duecento, a mille altri; quindi uno dei componenti il seggio estrae la scheda: un altro la legge, e i scrutatori contano.<br>Vedete bene, che il voto vale nel modo, come è letto, e non già in quello, come è scritto. Il lettore può non voler leggere o non saper leggere bene; e per effetto della innavvertenza il voto di Tizio è attribuito a Caio e viceversa. (p. 26-27)
*La metà più uno deve avere sempre ragione, anche quando scanna l'altra metà meno uno. (p. 32)
*Dimmi con chi tratti e ti dirò chi sei; si potrebbe aggiungere: dimmi chi t'ha fatto e chi ti può disfare, ed io ti dirò come operi. Un [[paese]] falsato non può che dare rappresentanti posti sempre in una falsa posizione. (p.33)