Alphonse Daudet: differenze tra le versioni

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==''Jack''==
===Citazioni===
*Evaristo Moronval, avvocato e letterato, era stato condotto a [[Parigi]] nel 1848 dalla Pointe-à-Pitre come segretario di un deputato della Guadalupa.<br>Allora era giovane di venticinque anni, pieno d'ambizione e d'appetito, non senza istruzione e [[intelligenza]]. Privo di beni, aveva accettato quell'officio di dipendenza per farsi spesare nel viaggio, e poter giungere a quella terribile Parigi la cui fiamma è tanto forte che la gente, a guisa di farfalla, vi è tratta fin dalle colonie. Messo appena il piede a [[terra]], volse le spalle al suo deputato. Fece alcune conoscenze, e si slanciò subito nella [[politica]] parlante e gesticolante, sperando di riuscir bene come oltremare. Ma egli aveva fatto i suoi conti senza la sicumena [[Parigi|parigina]], e senza quel maledetto accento da creolo, che non aveva mai potuto smettere, malgrado ogni suo sforzo. Egli parlò la prima volta in [[pubblico]] in un processo di stampa, fece, contro tutti quei « miseabili conisti che disonoavano la letteatua », una violenta tirata, la quale destò le più grasse risa nel pubblico, ed allora il povero « Evaisto Moonval » si accorse della difficoltà che avrebbe incontrata a farsi un nome da avvocato. (p. 44-45)
*L'[[arte]] è una gran maga! Essa crea un [[sole]] che splende per tutti come per l'altro e coloro che vi si avvicinano, anche i poveri, anche i contraffatti, anche i ridicoli gli rapiscono un po' del suo calore, un po' dei suoi raggi. Questo [[fuoco]] del [[cielo]] imprudentemente rapito, che i ''ratés'' raccolgono nel fondo delle loro pupille, li rende talvolta terribili, più spesso ridicoli; ma la loro esistenza ne ritrae una serenità grandiosa, un disprezzo del [[male]], una grazia a soffrire sconosciuta agli altri miserabili. (p. 84)